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domenica 28 febbraio 2021

Tracce Marzo - Challenge Libropoly 2021


 Bentornati a Libropoly, la metropoli del Libro.

Proseguiamo con l’avanzata del tabellone di Libropoly, come sta andando? Sono stati clementi i dadi con voi? 

Ma ora passiamo alle cose serie, i punteggi:


  • La squadra #stivalevagabondo è in vantaggio con due titoli nascosti indovinati! Complimenti a tutte ragazze per l'impegno!!
  • La squadra che ha totalizzato più punteggio personale questo mese è :

#stivalevagabondo con 184

Mentre al secondo posto abbiamo la squadra

#cappelloallariscossa con 92


Ricordiamo per chi ancora non si è iscritto al nostro blog così aiutandoci e supportandoci di farlo, a noi fa piacere 



Qui trovate le regole generali e del tabellone ▶️  https://le-sorelle-dinchiostro.blogspot.com/2020/12/regolamento-challenge-libropoly-2021.html 



_ Queste tracce, se lette entrambe, vi permetteranno di tirare i dadi e così muovervi sul tabellone.


🟡 TRACCIA AUTORE

_ In questa traccia dovrete leggere un libro in cui l’autore ..

  • ...é una donna



🟠 TRACCIA GIOCOLIERE

_ In questa traccia vi daremo delle parole. Una o più di una dovrà essere presente nella vostra lettura:

  • nella trama  

  • nel titolo 

  • nella copertina


Giallo - Fiori in copertina - Uscita tra ragazze - Incidente



✴️ Lettura extra di Marzo


Non Superare le dosi consigliate - Costanza Rizzacasa D'Orsogna

_ Questa traccia se letta vi permetterà di aggiungere punti extra al lancio dei dadi.


Vi auguriamo buona sorte con i dadi e buone letture!!!



domenica 21 febbraio 2021

Recensione "Appuntamento in terrazzo" - Felicia Kingsley

 




Titolo: Appuntamento in terrazzo

Autore: Felicia Kingsley

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Romanzo rosa

Serie: Autoconclusivo







L’autrice devolverà in beneficenza i proventi derivanti dalla vendita dell’eBook di Appuntamento in terrazzo all’Ospedale Policlinico di Modena.

“Rimanete a casa, rimanete a casa”, si sente urlare dagli altoparlanti delle uniche auto che circolano per le strade deserte di Milano. La vita congelata nel momento del lockdown ha colto tutti impreparati. Ma alcuni di più.

È il caso di Alex che, nel momento in cui il Governo annuncia la quarantena nazionale, si ritrova in isolamento con quella che da poche ore è diventata la sua ex, l’ultima persona con cui vorrebbe condividere l’aria. A distanza di una parete, nell'appartamento accanto al suo, c'è Didi, tornata a casa dei suoi per una breve visita, rimasta ostaggio della sua chiassosa famiglia: una madre complottista dipendente dai social, un padre drogato di lavoro che ha trasformato la casa in un ufficio, una sorella diciottenne aspirante influencer con cui è costretta a dividere la camera e un nonno nostalgico. Per Alex e Didi la situazione è soffocante e, privati dei propri spazi, non resta loro che un posto per trovare un attimo di pace: il terrazzo. Le vite di Alex e Didi s'incrociano in un momento di emergenza e, quello che nasce come un incontro inaspettato, diventa un piacevole appuntamento quotidiano. È possibile che un'amicizia nata in una situazione ai limiti del reale possa trasformarsi in qualcosa di più?



A distanza di un anno dal primo lockdown nazionale ho voluto leggere questa novella che Felicia Kingsley ha scritto a Marzo 2020.

Marzo 2020 per noi italiani ha un solo significato: quarantena nazionale!

Ed è proprio in questo periodo che Felicia ambienta la sua storia, in un condominio di Milano.


Uno dei due protagonisti di quella breve novella è Alex, fotografo che ha girato in lungo e in largo il mondo fotografando spettacoli della natura, che purtroppo poche ore prima dell’edizione straordinaria del telegiornale dove il premier annunciava la zona rossa nazionale e la conseguente chiusura totale dell’italia si è mollato con la sua ragazza storica, con la quale convive. Quindi sarà costretto a passare la quarantena sotto lo stesso tetto di Gaia, ragazza con la fissa di Instagram e dei suoi follower che per vivere pubblicizza frullati dimagranti e barrette energizzanti ma che nella realtà si abbuffa di schifezze.


La seconda protagonista della storia è Didi, ragazza che vive e lavora a Berlino scesa in Italia a trovare la sua famiglia per la festa del diciottesimo della sorella Camilla e costretta a restare in Italia per il periodo di quarantena forzata chiusa in casa forzatamente con una madre che vede complotti da tutte le parti, un padre malato di lavoro che ha trasformato il salotto in ufficio, una sorella adolescente aspirante influencer con problemi di cuore e un nonno nostalgico dei tempi passati. 


Entrambi i due ragazzi si sentono soffocati da questa situazione e si rifugiano nell'unico angolo della casa che sembra essere tranquillo: il balcone, incontrandosi e facendo amicizia. Questo incontro, da prima casuale diventa un appuntamento fisso per i due e tra battute e risate la loro relazione da amichevole passa a farsi più intima e profonda.

Con un corteggiamento d’altri tempi fatto da distanziamento sociale, mascherine e un'ora d’aria in terrazza, in un periodo particolare i due giovani trovano rifugio nell’amore.


Libro carinissimo letto in una notte che mi ha fatto ripercorrere le tappe iniziali della quarantena. Infatti l’autrice esorcizza tutti i primi passi della quarantena, dal tg con l’annuncio della chiusura totale dell’Italia, al rifornimento impazzito nei supermercati di generi di prima necessità passando tra complotti del 5G alle mille autocertificazioni giornaliere. 

Per quanto sia stato un periodo difficile, - e ancora purtroppo non è finito - l’autrice ha saputo intrecciare una storia d’amore in un periodo grigio della nostra epoca facendo sorridere noi lettori. 


“Ora, invece, sembra tutto cristallizzato: la strada vuota, le auto parcheggiate, le serrande abbassate. E, cosa ancora più strana, il cielo limpido, azzurro, senza neanche una nuvola. Che strana ironia, una giornata così bella quando non si può uscire a godersela.”


Oltre alla piacevole storia d’amore, in questa piccola novella ho trovato tutti i valori di rinascita, amicizia, famiglia e amore che, a inizio quarantena tutti ci eravamo preposti di adottare e che invece, ad oggi, pochi sono quelli che hanno realmente imparato qualcosa.

Il valore dei piccoli gesti, una semplice passeggiata in un parco, un abbraccio, una cena di famiglia tutte cose che ci sembravano scontate e abitudinarie ci sono state tolte per forza di causa maggiore e in questo piccolo racconto l’autrice riesce a farle percepire tutte.


“Siamo obbligati a mettere il rapporto intellettuale davanti a tutto. Solo io, tu e le nostre parole.”


Molte le scene che mi sono piaciute ma la più bella è stata quella dove Alex parla con il nonno di Didi del corteggiamento di quest’ultimo con la sua Marisa, corteggiamento d’altri tempi, regole sociali d’altri tempi e amore d’altri tempi. Mi ha ricordato un pò le chiacchierate spensierate con miei nonni, il loro affetto incondizionato e la loro saggezza sottovalutata al giorno d’oggi.


“...L’immediatezza dei mezzi di comunicazione ci hanno tolto il tempo di riflettere.”


Un’altra parte che mi è piaciuta e che mi ha fatto riflettere sul cambiamento dei tempi dei giovani ragazzi è stata la chiacchierata tra Didi e Camilla. Il divario tra generazioni che c'è tra le due sorella ci fa vedere due spaccati di adolescenza cresciuti con pensieri e modi societari differenti e soprattutto, nel caso di Didi, senza tecnologia. 

La tecnologia ha influenzato il modo di vivere dei giovani smussando il loro lato creativo e, come dice Didi alla sorella, coraggioso!


Consiglio la lettura di questo romanzo a chi ancora non l’ha letto non per la storia d’amore in sé ma per gli insegnamenti che possiamo ancora acquisire in un momento di emergenza che dovrebbe farci riflettere sui veri valori della vita.



sabato 20 febbraio 2021

Recensione "Central Park" - Guillaume Musso

 





Titolo: Central Park

Autore: Guillaume Musso

Editore: Bompiani

Genere: Thriller con suspense 

Serie: Autoconclusivo



New York. Otto del mattino. Alice, una giovane poliziotta di Parigi, e Gabriel, pianista jazz americano, si svegliano ammanettati tra loro su una panchina di Central Park. Non si conoscono e non ricordano nulla del loro incontro. La sera prima Alice era a una festa sugli Champs-Elysées con i suoi amici, mentre Gabriel era in un pub di Dublino a suonare. Impossibile? Eppure... Dopo lo stupore iniziale le domande sono inevitabili: come sono finiti in una situazione simile? Da dove arriva il sangue di cui è macchiata la camicetta di Alice? Perché dalla sua pistola manca un proiettile? Per capire cosa sta succedendo e riannodare i fili delle loro vite, Alice e Gabriel non possono fare altro che agire in coppia. La verità che scopriranno finirà per sconvolgere le loro esistenze.



In questo romanzo credi di aver capito tutto e quando arrivi alla fine ti accorgi di non aver capito nulla! 

Alice e Gabriel si trovano una mattina ammanettati tra loro in una panchina di Central Park senza nessuna spiegazione plausibile visto che lei il giorno prima era a far festa con le amiche negli Champs-Elysées e lui a suonare in un pub di Dublino. 

Quindi com’è possibile? 

Con capitoli al passato dal punto di vista di Alice, Musso ci racconta una storia intrecciata di vendetta, serial killer che strangolano donne con le calze velate e una malattia degenerativa. Qual è la verità? Chi mente? Chi è veramente l’uomo che si è svegliato di fianco ad Alice e dice di essere prima un musicista poi un poliziotto? Con mille dubbi e una crescente suspense Musso ci accompagna in una storia dove tutto è diverso da come sembra e la verità verrà svelata solo alla fine.

Lo stile narrativo serrato accentua la suspense e ogni capitolo ti svela una tessera di un puzzle più grande che mano a meno si va a costruire. La bravura dell’autore a far sembrare una cosa per un’altra contribuisce alla creazione di uno splendido romanzo anche se, arrivati alla fine, la scelta narrativa può non piacere a tutti. Io ho trovato il finale intrigante e la creazione del “falso thriller” geniale!

La scrittura è scorrevole, le descrizioni dei paesaggi, soprattutto inizialmente nella descrizione di Central park e delle varie vie di New York, molto minuziose e ben descritte facendo immergere il lettore in un mondo parallelo fatto di fughe e adrenalina!

Se vi aspettate un thriller da strapparsi i capelli, questo non fa per voi, ma se volete leggere un libro pieno di colpi di scena dove la realtà è diversa da quella che si intuisce…

Allora ve lo consiglio!!




mercoledì 17 febbraio 2021

Recensione "Il buio oltre la siepe" - Harper Lee

 



Titolo: Il buio oltre la siepe

Autore: Harper Lee

Editore: Feltrinelli

Genere: Narrativa contemporanea

Serie: Primo volume






“L’unica cosa che non è sottoposta alla legge della maggioranza è la coscienza di un uomo”

In un sonnolento paese del profondo Sud degli Stati Uniti l’avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d’ufficio di un afroamericano accusato di aver stuprato una ragazza bianca. Riuscirà a dimostrarne l’innocenza, ma il diffuso, duro pregiudizio razzista della cittadina renderà vano il suo impegno. Questo, in poche righe, l’episodio centrale di un romanzo che da quando è stato pubblicato, oltre cinquant’anni fa, non ha più smesso di appassionare non soltanto i lettori degli Stati Uniti, ma quelli di tutti i paesi del mondo.

Quale il segreto della forza di questo libro? La sua voce narrante, che è quella della piccola Scout, la figlia di Atticus, una Huckleberry Finn in salopette che ci racconta la storia di Maycomb in Alabama, della propria famiglia, delle pettegole signore della buona società che vorrebbero farla diventare una di loro, di bianchi e neri per lei tutti uguali, e della battaglia paterna per salvare la vita di un innocente.

Un libro che ha cambiato la percezione della convivenza tra bianchi e neri negli Usa più di tante manifestazioni di protesta e che è tuttora tristemente attuale, tanto da essere adottato nelle scuole di tutto il paese.


La storia che viene narrata nel “Buio oltre le siepe” è ambientata nella Grande Depressione, tra il 1933 e il 1935, nella cittadina immaginaria di Maycomb in Alabama.

La voce narrante del romanzo è Jean Louise Finch, soprannominata Scout che ha sei anni, è orfana di madre e abita con il padre Atticus, un noto avvocato, il fratello Jem di dieci anni e la governante Calpurnia, donna afroamericana.


La storia inizia nell’estate del 1933 quando i due bambini fanno amicizia con Dill, un ragazzo che è venuto a trascorrere l’estate dalla zia. I bambini sono inseparabili e giocano sempre insieme nel giardino di casa. Sono attratti dalla casa del vicino che non esce mai, Boo Radley, ragazzo segregato per quindici anni in casa dal padre , da giovane faceva parte di una gang che disturbava la quiete pubblica, affinché non lo facesse più.


Nell’autunno successivo Scout inizia ad andare a scuola ma il metodo di insegnamento non le piace, è un amante della lettura ed è solita leggere dopo cena con il padre i suoi giornali. 

E’ una bambina “maschiaccio” e ogni tanto si picchia con qualche compagno di scuola.


Al padre Atticus, essendo un avvocato rispettato e molto bravo nel suo lavoro, gli viene affidato un caso molto difficile. La difesa di un afroamericano, Tom Robinson, accusato di violenza carnale ai danni di una donna bianca, Mayella Ewell.

Iniziato il processo contro Tom, Atticus fa di tutto per scagionarlo, dimostrando alla difesa la verità. Infatti il padre di Mayella dopo averla scoperta con Tom la picchia e lei inscena tutto per far ricadere la colpa sul ragazzo di colore e coprire la sua colpa e la sua vergogna.

Infatti a quel tempo i comportamento razzisti e violenti ai danni della comunità afroamericana erano una normalità e chi veniva visto familiarizzare troppo con loro additato e deriso.


La giuria purtroppo non accetterà la difesa di Atticus e Tom viene condannato ingiustamente colpevole. Ma Atticus non si darà per vinto ed intende difendere all'appello il ragazzo per cercare di far giustizia ma Tom cercherà di fuggire dalla prigione e, nella fuga, verrà ferito a morte dalla polizia.


I due bambini assisteranno al processo e per la scelta di Atticus di difendere un uomo di colore saranno spesso presi di mira e discriminati dai compagni di scuola.


Bob Ewell, padre di Mayella, si sente preso in giro da Atticus che ha parlato di lui al processo come un ubriacone, qual è, decide di vendicarsi tentando di uccidere Scout e Jem.

I due bambini verranno salvati dal vicino di casa, Boo Radley che sempre li teneva d’occhio e gli lasciava doni in un albero a loro insaputa desiderando essere loro amico. 


Nel tentativo di salvare i due bambini Boo uccide Bob Ewell ma lo sceriffo, sapendo che è una persona buona, lo protegge e fa figurare che Bob è accidentalmente caduto ferendosi a morte col suo stesso coltello. 


Alla fine del romanzo Scout rimugina sulla storia, su Boo e sui discorsi che gli faceva il padre giungendo alla conclusione dell’importanza della tolleranza verso il prossimo e l'accettazione del prossimo anche se diverso da noi.


Questo romanzo è ricco di elementi autobiografici infatti molti avvenimenti e personaggi coincidono con la vita dell'autrice. La stessa protagonista è identificata all'autrice.

La figura del romanzo che più è piaciuta è quella di Atticus Finch padre amorevole ed affettuso che con le sue scelte porta un modello di integrità ed eroismo in un tempo dove i pregiudizi di razza sono ancora molto forti e questo indurrà anche i figli a crescere secondo i suoi ideali di rispetto verso il prossimo.



 

"Quando sarai grande vedrai tutti i giorni uomini bianchi che ingannano i neri; ma voglio dirti una cosa, e non dimenticarla mai: se un bianco fa una cosa simile a un nero, chiunque egli sia, per quanto sia ricco o appartenga alla migliore famiglia, quel bianco è un disgraziato".  


Vediamo nell’arco della storia la crescita e formazione di Scout, infatti all’inizio del romanzo era solo una bambina innocente di sei anni ma alla fine, quando ci racconta effettivamente la storia e ne ha nove,  il vissuto l’ha fatta maturare e crescere rendendola conscia della realtà in cui vive.


Il titolo italiano del romanzo “Il buio oltre la siepe” si riferisce alla paura dei bambini di qualcosa che non conoscono. Più precisamente al vicino di casa Boo Radley in quanto abita “oltre la siepe” rispetto alla casa dei due bambini e ne hanno paura perchè non lo hanno mai visto creando così la paura dell’ignoto causata dall’ignoranza e dai pregiudizi.


Mentre il titolo originale “To kill a Mockingbird” si riferisce all’episodio in cui Atticus regala ai due ragazzi i fucili  ad aria compressa per Natale e dice loro di non sparare ai passeri o usignoli (Mockingbird) perchè uccelli indifesi che non fanno male a nessuno ed ucciderli è peccato. 


L'intento dell’autrice nello scrivere questo romanzo era mettere alla luce la segregazione razziale che caratterizzava la società in quegli anni soprattutto nella zona meridionale degli Stati Uniti. 

La narrazione è scorrevole e non pesante infatti può essere benissimo letto da ragazzi adolescenti.

Il romanzo può essere diviso in due grandi parti, la prima narra delle vicende della protagonista Scout e il fratello Jem alle prese con l’enigma del vicino, della scuola e l’amicizia con Dill mentre la seconda parte è incentrata sul processo di Tom Robinson.


Un racconto che seppur scritto nel 1960 parla di temi attuali, in una realtà fatta di paure per il diverso dove persiste l’eterna lotta contro l’ottusità.

Consiglio la lettura di questo romanzo a chi vuole avere una visione degli Stati Uniti in quel tempo e chi ha voglia di riflettere di uno dei problemi della nostra società attuale.




venerdì 12 febbraio 2021

Recensione "La carta da parati gialla" - Charlotte Perkins Gilman

 


Titolo: La carta da parati gialla

Autore: Charlotte Perkins Gilman

Editore: Barbara di Fiore Editore


Genere: Narrativa, classico, racconto.

Serie: Autoconclusivo




Molti e molti lettori l'hanno chiesto. Quando il racconto uscì per la prima volta, sulla rivista New England Magazine del 1891, un medico di Boston inviò una protesta a The Transcript. Una storia del genere non doveva essere scritta, disse; avrebbe fatto impazzire chiunque l’avesse letta. Un altro medico, in Kansas credo, scrisse definendola la migliore descrizione della pazzia incipiente che avesse mai visto, e - perdonatemi - se fossi stata lì? Ora la storia della storia è questa: Per molti anni ho sofferto di un grave e continuo esaurimento nervoso tendente alla malinconia - e oltre. Durante il terzo anno (più o meno) di questo disturbo mi sono recata, in fede e con qualche timida speranza, da un noto specialista in malattie nervose, il più noto del paese. Quest’uomo saggio mi mise sul letto e applicò la terapia del riposo, con la quale il mio fisico ancora in forma rispose così prontamente che egli concluse che non c'era nulla di grave in me, e mi mandò a casa con il solenne consiglio di "vivere il più possibile una vita domestica", di "dedicare solo due ore di vita intellettuale al giorno", e di "non toccare mai più la penna, pennello o matita" finché avessi vissuto. Questo nel 1887.


La storia parla di una donna che, considerata malata viene condotta dal marito in una villa signorile per “curarsi”. La cura prevede che la donna si riposi e non si affatichi limitando al minimo l’attività fisica ed intellettuale. Questo la porterà alla follia perchè viene rinchiusa in una stanza con un’orrenda carta da parati. Questa carta da parati di colore giallo, colpisce la donna fin da subito con i suoi disegni arabeschi. Se inizialmente la infastidisce chiedendo al marito di toglierla o di cambiarle stanza, piano piano cominci ad osservarla con ossessione senza però capire la logica dei suoi disegni. Le settimane passano e la donna, sempre rinchiusa nella stanza senza possibilità d’uscita, inizia ad intravedere cosa si nasconde in mezzo ai disegni scorgendo una donna intrappolata che cerca di liberarsi dalle sbarre che la tengono prigioniera. Diventa per lei un'ossessione liberare la donna intrappolata dietro il muro tanto che si rinchiude dentro la stanza e strappa tutta la carta da parati riuscendo a liberarla e liberando, in qualche modo, anche se stessa.


Questo è un racconto semi-autobiografico che si vede identificata come protagonista la stessa autrice. L’autrice scrisse questo racconto in appena due giorni quando il medico le prescrisse la stessa cura che si trova nel racconto perché aveva una depressione post partum. Come succede nel racconto, anche la Gilman al posto di guarire, con questa cura peggiora e riesce a riprendersi solo dopo essersi allontanata e separata dal marito inviando addirittura una copia del racconto al dottore che le aveva prescritto la cura.

Questa cura “la cura del riposo” consisteva in un periodo di riposo dove la donna non deve affaticarsi fisicamente, mentalmente e sentimentalmente. Infatti era credenza dell’epoca che la donna fosse intellettualmente inferiore all’uomo e che la causa dell’isteria risiedesse nell’uso eccessivo della mente.


Il racconto è ambientato nella fine dell’800 in una villa coloniale americana. Le descrizioni della villa esternamente sono molto particolareggiate soprattutto del giardino ma della casa conosciamo in modo approfondito solo la stanza dove la protagonista vive per tre mesi. 

In questo racconto si intuisce la considerazione che ha la società del tempo della donna che dovrebbe essere accondiscendente e compiacere il marito, avvalorata ancora di più dall’autrice nella scelta di non aver dato un nome alla protagonista.


 Il senso di inquietudine  viene creato dall’autrice con periodi brevi, quasi nervosi, nel descrivere l’ossessione della protagonista con descrizioni precise e inquietanti della carta da parati che rispecchiano il suo stato d’animo. 

Di questo racconto mi ha colpito il messaggio di oppressione che l’autrice vuole mandare ai lettori allacciandosi ad un fatto che le è realmente accaduto che ha condizionato il suo modo di pensare. 

Anche se è stato scritto cento anni fà la depressione post partum è tutt’oggi un argomento tabù e come all’ora, questo racconto potrebbe aprire gli occhi ad una visione differente alle donne. Stesso discorso per la depressione in generale o le malattie mentali, visto ancora oggi come oggetto di stigmatizzazione sociale.


giovedì 11 febbraio 2021

Recensione "Vivrò in te" - Barbara Guanella

 





Titolo: Vivrò in te

Autore: Barbara Guanella

Editore: Barbara Di fiore Editore

Genere: Narrativa contemporanea, romanzo rosa

Serie: Autoconclusiva


Vanessa si trasferisce a Milano in cerca di una nuova vita. È convinta di poter rinascere andandosene da Roma, di dimenticare il ragazzo che l’ha segnata per sempre, quando era solamente una giovane donna appena sbocciata. In un giorno come tanti, il destino distruggerà i suoi progetti riportando Maximillian a far parte della sua vita. Torna da lei cambiato da come lo ricordava. Ora è un uomo affascinante, sicuro di sé e con gli occhi segnati dalla guerra. Il passato da ex Navy Seal di Maximillian e l’imminente matrimonio con la migliore amica di Vanessa ostacoleranno un amore mai finito. Il loro sentimento è stato così forte da resistere al tempo e alle distanze. Lo sarà altrettanto da non sopperire a queste nuove immense difficoltà?


Vanessa è una donna trentenne che trasferita a Milano ha aperto una profumeria con la sua cara amica Sabrina. A causa del suo primo grande amore che le ha spezzato il cuore è diventata una donna cinica con un’ossessione maniacale per la pulizia e l’ordine.


Quando incontra l’uomo che sta per sposare la sua amica Sabrina il mondo le cade a pezzi per la seconda volta. Quell’uomo è Maximillian, proprio il suo ex fidanzato che, a diciassette anni le ha spezzato il cuore dopo averle concesso tutta se stessa lasciandola distrutta.

Anche se è passato molto tempo Vanessa non riesce più ad innamorarsi di nessuno e ogni sua relazione non è destinata a durare perché mette tutti in paragone a Maximilian, solo con il suo amico virtuale Joker20 riesce a confidarsi ed essere se stessa. Dopo che Vanessa apprende la notizia delle nozze e conosce il fidanzato di Sabrina, per il bene dell’amica indossa una maschera di freddezza e indifferenza anche se dentro sta morendo, infatti il turbinio di emozioni che la assalgono la destabilizzano. 


A rompere ulteriormente l'equilibrio della situazione ci pensa Loris, fratello di Vanessa che arrivato da Roma si invaghisce di Sabrina. Questa attrazione tra i due è reciproca che porterà Sabrina a porsi molti interrogativi sull’imminente matrimonio. Dal canto suo anche Maximillian dopo l’incontro con l’amica della sua fidanzata è rimasto emotivamente scosso infatti anche se lui ha dovuto spezzare il cuore di Vanessa non l’ha mai dimenticata e anzi ne ha fatto il suo punto di forza quando, dopo essere tornato negli Stati uniti dal padre ed essersi arruolato è partito in guerra per l'Afghanistan, non aveva più nessuno. In Afghanistan vive un’ulteriore perdita, il suo migliore amico, Jamie, e questo lo distrugge lasciandogli il rimorso di aver potuto fare qualcosa di più per lui. Opinione che ha il fratello di Jamie, Sam, che destabilizzato dalla sua morte giura vendetta contro Max.


Vanessa e Maximilian cercano in tutti i modi di restare impassibili l’uno all’altra ma quando sono nella stessa stanza i loro cuori battono all’unisono. La situazione si complica ulteriormente quando Sabrina manda Vanessa e Maximillian a Lecco per il weekend per sbrigare delle commissioni riguardanti il matrimonio imminente. Lì, la vicinanza e il poter sfogare i sentimenti da tempo celati da modo ai due di chiarirsi e avvicinarsi ulteriormente concludendo la serata in una notte d’amore. Se inizialmente i due sono al settimo cielo per questo amore ritrovato Maximillian deve tornare presto con i piedi a terra, infatti il padre, che già quindici anni fa lo aveva ricattato mettendolo di fronte ad una scelta difficile, anche questa volta lo ricatta alla stessa maniera e lui per non rovinare la famiglia di Vanessa preferisce farla soffrire un’altra volta. Ma il passato sta tornando per fare i conti con lui infatti Sam, scappato dall’ospedale psichiatrico, è nelle sue tracce per vendicarsi e uccidere la persona che più gli sta a cuore, Vanessa.


Dopo che Max l’ha lasciata per la seconda volta, Vanessa agisce d’impulso e contatta il ragazzo affascinante e misterioso che qualche giorno prima era entrato nel suo negozio e le ha regalato un profumo, lasciandole un bigliettino con il suo numero. Quando però va all’incontro con il ragazzo, la sera stessa, si accorge che lui non ha buone intenzioni perché le punta subito una pistola in testa. Il ragazzo è Sam, che sta per ottenere la sua vendetta. 

Riusciranno Vanessa e Maximilian a superare anche questa prova che il destino gli mette davanti? Saranno mai felici? 

Non vi resta che leggere il romanzo di Barbara, io vi ho detto anche troppo!


La narrazione è scorrevole, complice i capitoli brevi e alternati ai due protagonisti che ci danno modo di vedere la scena dai due punti di vista. La cosa che mi ha colpito di questo romanzo è il modo ironico in cui la protagonista affronta la vita, per quanto soffra e stia male per la situazione sta al fianco dell’amica mettendo in secondo  piano i suoi sentimenti. I temi principali di questo romanzo sono l’amore e il destino che creano un intreccio di avvenimenti che fa capire al lettore che la nostra storia è già scritta e non ci possiamo sottrarci al fato. Ho apprezzato anche come l’autrice racconta del rapporto tra Vanessa e Sabrina, un rapporto vero e unico solo per pochi.


Consiglio la lettura di questo romanzo agli amanti degli amori che durano nel tempo e che nonostante la lontananza e le difficoltà che il destino mette sul loro cammino, resistono e non si arrendono. Ideale per questo periodo di San Valentino!


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