giovedì 26 settembre 2024
Recensione "1580: morte a Siviglia" - Susan Martin Gijón
martedì 29 agosto 2023
Recensione "Solo vera è l'estate" - Francesco Pecoraro
mercoledì 10 maggio 2023
Recensione "La trama di Elena" Francesca Sensini
martedì 31 gennaio 2023
Recensione "Il secondo piano" - Ritanna Armeni

In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un'infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l'audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo. Roma, nell'ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno. È così che Ritanna Armeni, con l'entusiasmo rigoroso e profondo di sempre, attraversa un passaggio cruciale della nostra Storia e dà corpo a una vicenda esemplare, che parla di coraggio e sorellanza, di forza e creatività, di gioia, paura, resistenza.
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lunedì 21 novembre 2022
Recensione "La ragazza che non c'era" - Cinzia Bomoll
Titolo: La ragazza che non c’era
Autore: Cinzia Bomoll
Editore: Ponte alle grazie
Genere: Giallo
La prima inchiesta di Nives Bonora, ispettrice coraggiosa e passionale. Una ragazza viene ritrovata morta per un'overdose nell'ospedale psichiatrico abbandonato di Aguscello, nella bassa ferrarese. Non si riesce a capire chi sia. Ma nelle quarantott'ore che passano fra il ritrovamento del corpo e l'inizio degli esami autoptici, la ragazza sparisce. Qualcuno l'ha vista allontanarsi sulle sue gambe: un raro caso di morte apparente. E così l'ispettrice Nives Bonora, figlia dell'Emilia più genuina – passionale e pragmatica, dolente e vitale – si trova ad affrontare il caso di una ragazza fantasma e una storia marcia, perversa, in cui la malavita dell'Europa dell'Est va a braccetto con la migliore borghesia di Ferrara. Il coraggio di Nives, la sua irruenza e una dose di follia la porteranno a osare troppo ma infine a risolvere il caso a modo suo, contro ogni attesa e ai confini della legge. Ma Nives dovrà anche affrontare i tanti «casini» della sua vita privata, dal rapporto col padre carabiniere in pensione a quello con la nonna che le ha fatto da madre, fino al commissario Brandi, suo capo ostile ma anche poco affidabile amante.
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Buongiorno lettori,
Oggi vi parlo del libro di Cinzia Bomoll “La ragazza che non c’era” uscito ad Ottobre ed edito da Ponte alle Grazie che ringrazio per la copia in anteprima.💙
In questo libro facciamo la conoscenza dell’ispettrice Nives Bonora e di un caso che inizialmente sembrava omicidio ma poi la ragazza trovata morta nell’ospadale psichiatrico di Aguscello scompare misteriosamente lasciando tutti sgomenti e il l’indagine si infittisce.
Al suo fianco troviamo il Commissario Brandi che per Nives non è soltanto il suo superiore.
La loro relazione è altalenante anche per via del passato di Nives e la sua paura di essere abbandonata di nuovo come è successo da bambina, con la madre.
Nonostante la forza che Nives mette nel suo lavoro per emergere in un commissariato prettamente maschile, nel corso della narrazione notiamo quanto sia una donna fragile emotivamente per il suo passato e questo e la sua caparbietà la aiuterà però a far chiarezza sul caso della ragazza che non c’era e risolvere ogni mistero.
La scrittura dell’autrice cattura fin dalla prima pagina impedendo al lettore di posare il libro fino al suo termine.
Ho apprezzato molto la caratterizzazione dei personaggi che mi ha permesso quasi di sentirli vicini e correre con loro nel risolvere il caso.
La protagonista è caratterizzata a tutto tondo, su ogni piano e quello familiare e sentimentale si fondono piacevolmente con la risoluzione del caso.
Ho apprezzato molto il personaggio della nonna, perno portante per la protagonista.
Inoltre l’autrice è riuscita a tenere alta la tensione in tutta la storia e il colpo di scena finale mi ha lasciata a bocca aperta.
Per questo e per la bravura di Cinzia Bomoll non vedo l’ora di leggere un’altra indagine dell’ispettrice Nives Bonora e vedere come si evolverà la sua vita!
❓E ora vi chiedo.. Vi ho incuriosito?
Vi piace leggere di donne che con la loro caparbietà si fanno largo in situazioni e luoghi prettamente maschili? Chi vi viene in mente? Consigliatemi qualche libro
Vi leggo volentieri nei commenti💕
giovedì 13 gennaio 2022
Recensione "Il digiunatore" - Enzo Fileno Carabba
Titolo: Il digiunatore
Autore: Enzo Fileno Carabba
Editore: Ponte alle Grazie
Genere: Narrativa biografica
Nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, Giovanni Succi si impone sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi. C'è qualcosa in lui di invulnerabile, che non si arrende neanche all'evidenza. Qualcosa che ha imparato ancora bambino dalle carovane dei circhi, quando scendevano dal Paradiso Terrestre verso la pianura romagnola. Alla saggezza errante dei saltimbanchi, Giovanni deve la sua gioia e la sua salvezza, l'urgenza di diventare quello che è: uno spirito sensibile, un leone indomabile, un profeta immortale. Guidato dall'utopia del socialismo e dal battito del suo cuore, veleggia libero come un elisir attraverso deserti e savane, cespugli e radure, nuvole e gabbie, e mette il suo digiuno al servizio dell'umanità. Coltivando in sé la sorgente di una speranza illimitata - riflessa in donne dai nomi armoniosi quali Ginevra, Gigliola, Guerranda -, segue il suo respiro per il mondo, dal Canale di Suez al manicomio della Lungara, dalle strade del Cairo e di Milano alle corsie della Salpêtrière. Incontra donne-belve e grandi esploratori, Sigmund Freud e Buffalo Bill, mentre l'Occidente sfocia nella modernità e perde per sempre l'innocenza. In questa biografia sentimentale, Carabba parte da una storia vera per trasfigurarla in un grande romanzo, che ci svela il valore del dubbio, le acrobazie dell'entusiasmo, la fierezza della semplicità. Perché è proprio lì, sul confine tra il pieno e il vuoto, dove la nebbia personale si dissolve nell'incontro con gli altri, che si nasconde la promessa dell'eternità.
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Buongiorno lettori,
Oggi vi porto sul blog la recensione di un libro in uscita oggi che ho avuto il piacere di leggere in anteprima. Sto parlando del libro di Enzo Fileno Carabba “Il digiunatore” edito Ponte alle Grazie che ringrazio per la copia omaggio.
Questo libro racconta la storia di un personaggio che non conoscevo, Il digiunatore.
Oggi può sembrare una cosa fuori dal comune ma a fine Ottocento la figura del digiunatore era molto richiesta e anzi veniva profumatamente pagata se ingaggiata per attirare clienti in attività come ristoranti e hotel.
In questo caso, il digiunatore in questione è un personaggio realmente esistito, Giovanni Succi.
Attraverso una notevole ricostruzione storica, tra documentazioni e immaginazione, l’autore racconta l’incredibile storia di questo personaggio che ispirò molte correnti che nasceranno nel Novecento incontrando e ispirando anche diversi personaggi a noi noti come Kafka, Freud e Salgari.
Molti saranno i suoi viaggi, quello in Africa lo segnò e cambiò facendolo diventare il digiunatore più grande di tutti i tempi. Attraverso un elisir miracoloso preso prima dei digiuni, Succi riusciva a terminare il suo obiettivo senza accusarne fisicamente anzi, meno mangiava più sentiva la forza del leone che gli dominava lo spirito.
<<Ora che devo fare?>> chiese Giovanni a fine giornata, pervaso da un sentimento di onnipotenza. Avvertiva dentro di sè lo spirito del leone. Era pronto a un esercizio difficile. << Io consiglio la felicità>> disse il maestro. Aveva una voce bellissima.
Da bambino è sempre stato attratto dai saltimbanco e carovane di circhi che arrivavano nel suo paese. Grazie a loro e ai loro numeri fantastici anche Giovanni diventerà invulnerabile e non si arrenderà mai all’evidenza.
Così come loro, anche Giovanni quando digiuna si trova nel Paradiso Terrestre, mettendo la sua sapienza e il suo digiuno alla portata dell’umanità, il suo scopo era illuminare le grandi masse.
Un personaggio curioso e fuori dagli schemi fin da bambino con la sua tipica frase “Oppa oba” che farà intravedere alla nonna il suo lungo percorso sin dalla tenera età.
Quando fu in grado di assumere cibo solido, Giovanni si lasciava rimpinzare felice. Ma un giorno rifiutò il boccone. Chiuse la bocca e la riaprì solo per dire solennemente <<Oppa Oba>> <<Che ha detto il bambino?>> <<Troppa roba>> sussurrò la madre. Troppa roba. Aveva avuto una visione del futuro dell'umanità?
La nonna, a lui molto cara, dopo la morte sarà il suo spirito guida, così come il maestro africano che nel corso di tutta la sua vita sentirà come voci nell’orecchio che lo guidano e lo conducono.
Nel corso dei suoi digiuni Giovanni Succi verrà seguito da medici e studiato a livello fisiologico. E’ stato interessante scoprire come i medici dell’epoca si prendessero la briga di comprendere il meccanismo che portava tutte queste forze al loro assistito, senza trovare però mai nulla di concreto.
Molte altre le stranezze che Succi dice di aver fatto nel corso della sua vita, come riscaldare la stanza come una stufa e calmare le persone attraverso il respiro.
In questi momenti di studi medici anche il grande Charcot si è interessato a Giovanni, purtroppo però senza studiarlo davvero. Mi sarebbe piaciuto sentire il suo parere.
Le sue stranezze lo portarono diverse volte anche in manicomio, dove riusciva sempre a integrarsi ed essere ben voluto. Attraverso i suoi viaggi scalerà le piramidi in Egitto e salirà di corsa sulla Torre Eiffel, avrà il piacere di parlare con degli esploratori e incontrare persone stravaganti come lui.
Nel corso di tutta la narrazione mi sono chiesta diverse volte come una persona riuscisse volontariamente a fare a meno del cibo a questi livelli per periodi più o meno lunghi.
Questo tipo di privazioni sono difficili da mantenere per lunghi periodi e questo mi fa pensare al nostro presente, attanagliato dalla pandemia, che di privazioni ce ne ha portate parecchie.
❓Quindi vi chiedo..
Di cosa possiamo #fareameno oggi traendone un vantaggio nella nostra vita
e di quelli che ci stanno intorno?
Quale “digiuno” praticare per riconquistare la nostra integrità spirituale?
Vi aspetto nei commenti💕
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