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lunedì 12 dicembre 2022

Recensione "La sorella minore I" - Catherine Hubback

 




Titolo: La sorella minore I 

Autore:  Catherine Hubback

Editore: Vintage Editore 

Genere: Classico










Cresciuta dai suoi ricchi zii, Emma Watson ha vissuto una vita molto diversa dalle sue sorelle e dai suoi fratelli. Ma dopo la morte dell’amato zio e le seconde nozze della sconsiderata zia, si troverà costretta a far ritorno nella più modesta casa paterna, dove avrà modo di conoscere la propria famiglia e confrontarsi con uno stile di vita e una mentalità completamente diverse dalle sue. In una famiglia di umili condizioni, in cui il matrimonio sembra essere l’unica speranza di salvezza per le sorelle, l’orgoglio di Emma non mancherà di creare stupore e ammirazione. La sua bellezza e il suo carattere deciso la metteranno fin da subito sotto gli occhi attenti dei giovanotti del circondario, arrivando a stuzzicare l’interesse anche dei membri della society. Ma se gli occhi possono essere accecati dal bagliore dello sfarzo, al cuore a volte basta un sussurro sincero per cedere definitivamente...



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Il prezzo finale non subirà alcuna variazione né incrementi di prezzo.



Buongiorno lettori,

Oggi vi parlo del primo libro della nipote di Jane Austen “La sorella minore I” edito da Vintage Editore che ringrazio per la copia.


Ebbene si, avete letto bene. 

Il libro che presenterò oggi è stato scritto dalla figlia del fratello di Jane e prosegue il suo romanzo rimasto incompiuto I Watson. Quindi amanti di zia Jane orecchie aperte!


Catherine Hubback iniziò la sua carriera da scrittrice per contribuire al sostentamento economico della famiglia dopo il crollo nervoso del marito John Hubback che ne causò l'internamento. 


Nel 1850 la Hubback riprese l'opera della zia e la “completò” dando alle stampe The Younger Sister (La sorella minore) portando avanti la storia abbandonata dalla zia ricalcando lo stile e i dettami della propria epoca.


La Vintage Editore è la prima casa editrice italiana ad aver tradotto nel nostro Paese questo romanzo, pubblicandolo secondo la sua scansione originaria, ovvero in tre parti.


La storia vede protagonista Emma Watson, cresciuta con gli zii a causa delle scarse disponibilità economiche della sua famiglia. Quando lo zio muore e la zia si risposa, Emma è costretta a tornare a casa dei genitori a lei estranei.


Qui vivrà col padre ormai malato e la sorella Elisabeth la quale gli diventa molto cara, diversamente dalla sorella Margareth troppo civettuola per i suoi gusti e il fratello e la moglie che reputa decisamente invadenti.

 

Essendo cresciuta lontana da casa, nel quartiere nessuno la conosce e dopo aver partecipato ad un ballo, Emma viene subito notata per i suoi modi graziosi e garbati che la portano ad essere benvoluta da tutti. In particolar modo Emma si contenderà le attenzioni di tre giovani che sono in egual modo interessati a lei.


Tra passeggiate, balli e chiacchiere in allegria questo primo volume della storia di Emma Watson mi ha appassionata molto e ora sono molto curiosa di proseguire con i prossimi volumi.


Ho amato molto lo stile narrativo e se anche voi amate i classici austeniani allora questo libro fa per voi!


❓E ora vi chiedo.. Vi ho incuriosito?

Avete letto I Watson della Austen? Vi piacerebbe leggere questo primo volume scritto dalla nipote? Eravate a conoscenza di questa continuazione?

Vi leggo volentieri nei commenti💕






mercoledì 4 maggio 2022

Recensione "La signora delle camelie" - Alexandre Dumas

 



Titolo: La signora delle camelie

Autore: Alexandre (figlio) Dumas

Editore: RBA edizioni

Genere: Classico







"È da una galoppata in senso stretto che ha origine la fortuna della Signora delle camelie e, successivamente, della Traviata di Giuseppe Verdi. Un giorno di settembre del 1844, infatti, di ritorno da una passeggiata a cavallo Alexandre Dumas figlio si recò al teatro parigino dei Variétés, frequentato soprattutto da 'un'aristocrazia della galanteria' composta perlopiù da giovani mantenute e dai loro ricchi protettori. In quel variegato ambiente, quella sera, Dumas figlio incontrò la donna che avrebbe segnato la sua vita e la sua fortuna di romanziere. 'Era alta e sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allungati di smalto, come una giapponese, ma vividi e fieri, le labbra d'un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo.' Si faceva chiamare Marie Duplessis, ed era conosciuta anche per la voracità con la quale dilapidava i patrimoni degli amanti, alcuni dei quali famosi, come ad esempio Franz Liszt" (dalla Postfazione di Cinzia Bigliosi). Alexandre si innamorò dal primo istante di quella giovane, che avrebbe ispirato la protagonista della Signora delle camelie: una grande storia d'amore senza tempo, un libro che sarebbe diventato in breve tempo un classico della letteratura romantica.


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Buongiorno lettori,

Oggi vi porto la recensione della lettura fatta ad Aprile con il gruppo di lettura del mio paese “La signora delle camelie” di Dumas che ho davvero apprezzato tanto!


Questo è un classico di fine Ottocento scritto da Alexandre Dumas figlio ambientato a Parigi dove si svolge la maggior parte della narrazione.


L’autore ci racconta la storia come evento accaduto realmente attraverso ricordi e lettere che poi verranno raccolti e trasformati in libro.


Così attraverso questi ricordi veniamo a conoscenza della storia di Armand Duval e il suo amore impossibile per la cortigiana più bella di tutta Parigi, malata di tisi polmonare, Marguerite Gautier.


Se in un primo momento la cortigiana deride e scredita questo ragazzo follemente innamorato, dopo anni i due si incontrano nuovamente e si innamorano. 


Ma non possono vivere il loro amore tradizionalmente.


Marguerite è una mantenuta e non può non intrattenersi con altri uomini che la sostengono economicamente.

Armand, nonostante sia un giovane di buona famiglia, non riesce a sostenere le spese giornaliere alle quali Marguerite è abituata e troppo geloso non riesce ad accettare questa condizione.


Ma Marguerite, abituata a farsi amare, per una volta nella sua vita ama.. e ama solo lui!


Marguerite cercherà di cambiare vita per il suo amore, ma i debiti la perseguitano e sarà costretta a sacrificarsi in nome dell’amore che la lega ad Armand lasciandolo per sempre come prova d’amore estrema.


Ed è questa la particolarità di questo semplice libro che anche Dumas tiene a specificare a fine narrazione, anche se la storia narrata, di per sé è semplice, se non fosse fuori dall’ordinario non varrebbe la pena narrarla.


La cosa interessante di questa storia è che l’autore si è ispirato ad una storia a lui realmente accaduta (infatti la figura di Marguerite è ispirata ad una cortigiana parigina che Dumas figlio ha realmente frequentato) e questo rende la narrazione e i sentimenti descritti ancora più veri anche se non si sà realmente quanto ci sia della sua realtà in questa opera.


Un'altra cosa che ho apprezzato di questo libro è l’inizio, ovvero come l’autore mette sin da subito a conoscenza il lettore dell’epilogo della storia d’amore tra i due sfortunati innamorati e quindi spinge dalla curiosità il lettore a comprendere il perché delle vicende narrate e il comportamento inizialmente ossessivo di Armand.


Una storia straziante e commovente con una figura femminile in cerca di una redenzione personale visto che per il suo passato sà che nella società in cui vive non ci sarà mai.

Un amore talmente forte che va oltre ogni bene materiale, che per proteggere il suo amato annulla se stessa.


Il personaggio complesso ed enigmatico di Marguerite conquista il lettore e si scava un piccolo posto all’interno della sua anima o per lo meno è ciò che è capitato a me!


Una storia che vale assolutamente la pena di leggere e anzi mi dispiace aver aspettato così tanto per averla letta.

Super consigliato!


❓E voi avete letto questo classico?

Vi piace quando amore e drammaticità si fondono nella stessa narrazione?

Vi leggo volentieri nei commenti💕



sabato 26 febbraio 2022

Recensione "Piccole donne crescono" - Louisa May Alcott



Titolo: Piccole donne crescono

Autore: Louisa May Alcott

Editore: RBA Editore

Genere: Classico

 


Sono passati tre anni dagli eventi narrati in "Piccole donne", e le cose sono un po' cambiate per le quattro sorelle March. Meg, la maggiore, è sempre la più giudiziosa, ma ha in serbo delle sorprese; Jo inizia a capire che non può comportarsi sempre come un maschiaccio e non disdegna più faccende come il matrimonio, anche se continua a volare con la fantasia, inventando storie sempre nuove da far leggere alle sorelle; Beth, la più timida del quartetto, dolce e tranquilla, dovrà affrontare prove molto difficili, mentre la piccola di casa, Amy, ormai è diventata una ragazza bellissima e raffinata. Le piccole donne sono cresciute, e ciascuna segue la propria strada, lasciandosi alle spalle come un bel ricordo i giochi dell'infanzia.





Buongiorno lettori,

Eccomi tornata con un’altra recensione per voi!

Oggi vi parlo del secondo volume di Piccole donne, “Piccole donne crescono” di Louisa May Alcott, un classico per ragazzi ma bellissimo ad ogni età.


Non vi parlerò molto della trama, mi dispiacerebbe dirvi qualcosa che possa rovinare la vostra futura lettura, vi dirò soltanto che questo volume mi è piaciuto moltissimo e molto più del primo.


Nel primo vediamo le quattro sorelle March poco più che bambine, crescere e iniziare a comprendere come va il mondo, in questo volume invece le vediamo tutte impegnate a cercare il loro posto nel mondo, tra una delusione e una sorpresa si faranno strada e troveranno la felicità!


Meg è sempre la sorella più responsabile e giudiziosa, in questo volume la accompagneremo nella sua vita da matrona e madre.


Jo è la solita con la testa tra le nuvole, scrittrice spensierata e sognatrice che però capisce che quella vita tanto spensierata a lungo andare non fa per lei e si reinventa non disdegnando nemmeno l’idea del matrimonio che tanto la disgustava.


Beth è la più fragile, lei dovrà affrontare una sfida molto difficile e tutti la sosterranno e le staranno accanto il più possibile.


Amy, la piccola di casa, ormai è cresciuta ed è diventata una ragazza molto bella e raffinata. Se all’inizio era in cerca di un matrimonio per interesse alla fine vediamo come l’insegnamento della madre le servirà per sistemarsi meglio di ogni più rosea previsione.


Non posso che nominare anche il ragazzo che ha da sempre accompagnato le quattro sorelle March e spendere due parole anche per lui, il giovane Laurence.


Laurie ci sorprenderà nel corso della storia. Per un amore non corrisposto cadrà in depressione, ma una giovane fanciulla lo sosterrà e lo condurrà nella strada dei grandi, facendolo diventare a tutti gli effetti un gentiluomo.



Devo ammettere che questo secondo volume mi ha appassionato molto più del primo per la mole di avvenimenti che vengono raccontati. Infatti nel primo libro - per quanto non mi sia annoiata e anzi abbia adorato la lettura - ho trovato la narrazione lenta e senza molte avventure, cosa che invece ho trovato nel secondo e che mi ha appassionato maggiormente alla storia.


Sicuramente leggerò anche gli ultimi due libri della serie, perchè tutti mi consigliano di proseguire e anche io in realtà sono molto curiosa.


Una lettura scorrevole e appassionante che ti fa sentire a casa, parte della famiglia March!

Ricca di insegnamenti e spunti di riflessione non posso che consigliarvi di recuperare questo splendido classico immancabile nella vostra libreria!

Quindi detto questo vi consiglio assolutamente la lettura di Piccole donne e Piccole donne crescono, sono sicura che ve ne innamorerete anche voi!


❓E ora vi chiedo… Avete letto uno di questi due classici?

Quale delle sorelle March è la vostra preferita?

Vi leggo volentieri nei commenti💕



lunedì 29 novembre 2021

Recensione "Furore" - John Steinbeck

 




Titolo: Furore

Autore: John Steinbeck

Editore: Bompiani

Genere: Narrativa contemporanea



Pietra miliare della letteratura americana, "Furore" è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l'anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell'opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell'odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un'intera nazione. L'impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria "come un marchio d'infamia". Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell'uomo contro l'ingiustizia, "Furore" è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.


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Buonasera lettori,

Vi porto sul blog oggi una delle letture migliori che ho fatto quest’anno.

Sto parlando del libro di Steinbeck “Furore” dove il lettore viene catapultato in un’America di inizio secolo dove le persone costrette ad abbandonare la loro terra, la loro casa e a cercarsi un lavoro altrove, percorre miglia su miglia per una mera utopia.


In questo tomo di ben seicento pagine - mai pesanti e sempre interessanti - affianchiamo la famiglia Joad nella sua migrazione. Questa sarà una famiglia esempio che Steinbeck prende in esame per il suo libro. Una famiglia come tante che in quel tempo ha compiuto quello spostamento in cerca di fortuna, lontana dal conforto di una luogo caro, per la ricerca di un lavoro per sostentare la famiglia.


Ed è proprio per questo motivo che la famiglia Joad è costretta a migrare.

La loro terra ormai non sta dando profitto. I trattori che i grandi proprietari terrieri utilizzano per la lavorazione della terra lavorano il doppio e rendono ancora di più e il lavoro nei campi ormai non è pagato abbastanza per sostenere una famiglia.


“Il trattorista sedeva sul suo seggiolino di ferro ed era fiero di quelle linee dritte che non dipendevano da lui, fiero di quel trattore che non possedeva né amava, fiero di quel potere che non aveva modo di controllare. E quando quel raccolto cresceva e veniva mietuto, nessun uomo aveva sbriciolato nel palmo una sola zolla, né lasciato stillare tra le dita la terra tiepida. Nessun uomo aveva toccato i semi, o agognato la crescita. ”


Quindi senza più una casa e con poco più di sessanta dollari, la famiglia Joad al completo si mette in marcia verso la California, luogo dove si dice ci sia lavoro per tutti. Voce avvalorata dai numerosi volantini che sempre più girano tra la gente.


Ma la verità è ben differente dall’illusione che migliaia di americani si erano fatti.

Arrivati nella terra promessa non sarà di certo un lavoro sicuro e ben pagato come gli era stato detto ad aspettarli ma tanta fame, sfruttamento e discriminazione.


Così noi, spettatori di tanta ingiustizia e crudeltà, non possiamo far altro che leggere pagine su pagine nella speranza che i Joad - e tanti come loro che incontriamo nel corso della lettura - trovino il tanto agognato lavoro. Un lavoro vero che rispecchi le aspettative della famiglia, che porti alla dignità i suoi lavoratori e che garantisce un pasto caldo e una casa confortevole a tutti i componenti del nucleo familiare.


“Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.”


Ogni pagina letta, ogni nuova vicenda, il lettore spera in un miglioramento, in un miracolo che però tarda ad arrivare. Sono più le rogne che le famiglie si trovano ad affrontare che le gioie da festeggiare.


Un libro crudo. Amaro. Duro e doloroso. Non molto lontano da ciò che ancora accade ai giorni nostri, dove il lavoro e lo sfruttamento vanno a braccetto e la gente è costretta a migrare, abbandonare familiari e la propria terra natia per un’illusione che molto spesso è infondata e non troverà mai radici.


Come vi ho detto all’inizio la mole di questo libro è stata inesistente una volta che ci si è addentrati nella sua familiarità, anzi sono arrivata all’ultima pagina vogliosa di un altro tanto di pagine per proseguire la storia.


La scorrevolezza della storia è proporzionale alla curiosità del lettore: l’imminente viaggio, la risoluzione di faccende pratiche come la preparazione della cena o pranzo, nel cercare la legna o aggiustare il furgone per partire. Nel tenere insieme la famiglia, gestire tutte le esigenze quando si è in viaggio non è semplice ma i Joad con la loro praticità e lo spirito di adattamento lo hanno fatto aiutando anche altri nel loro cammino.


I personaggi sono talmente ben caratterizzati che quasi credi di conoscerli da sempre, ogni dolore della famiglia lo accusa anche il lettore, ogni sofferenza che Steinbeck aggiunge ai protagonisti il lettore non può che sentirla e sperare si risolve nel migliore dei modi.

Anche le descrizioni sono dettagliatisime e lasciano poca immaginazione al lettore talmente sono vivide che sembra si stia guardando un film.


L’alternanza di capitoli descrittivi che disegnano e illustrano al lettore la condizione economica e sociale di quel tempo danno un'aggiunta in più al quadro già presente che si intravvede nei capitoli delle avventure della famiglia Joad.


Due sono i personaggi che più di tutti mi sono entrati nel cuore. Molto simili tra loro, madre e figlio sono i pilastri della famiglia.

Mà Joad, donna testarda e determinata tiene unita la famiglia con la sua autorità nei momenti indispensabili. Non perde mai la lucidità anche nei momenti peggiori e cerca di reagire e far reagire gli altri.


“Per l’uomo la vita è fatta a salti: se nasce tuo figlio e muore tuo padre, per l’uomo è un salto; se ti compri la terra e ti perdi la terra, per l’uomo è un salto. Per la donna invece è tutto come un fiume, che ogni tanto c’è un mulinello, ogni tanto c’è una secca, ma l’acqua continua a scorrere, va sempre dritta per la sua strada. Per la donna è così ch’è fatta la vita.”


Così anche il maggiore dei suoi figli, Tom, uscito di prigione giusto in tempo per congiungersi nell’imminente partenza della famiglia, con la sua determinazione cerca di aiutare in tutti i modi la famiglia anche a costo di macchiarsi le mani.


La cosa che più mi ha colpito di questo libro è la forza che queste persone hanno trovato per affrontare questo viaggio. Non solo fisica ma anche mentale e psicologica. Le continue discriminazioni, i soprusi, maltrattamenti, le umiliazioni e la perenne ricerca di un tozzo di pane. Tutto questo malumore che piano piano è cresciuto, mutato, aumentato a dismisura fino a trasformarsi in furore. 

Furore come il titolo che rappresenta quest’opera. 


“Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.”



Una lettura che ti entra nel cuore, ti fa riflettere e ti torna in mente dopo tempo non per una morale precisa - infatti non c’è nè morale nè scopo - ma per la realtà di ciò che è realmente accaduto e che ciclicamente accade alla storia dell’uomo.


Quasi un fermo immagine di un periodo storico difficile della storia che anche oggi torna attuale e riconoscibile nei migliaia di migranti che con altrettanti mezzi sgangherati e di fortuna attraversano il mare in cerca di una vita differente da quella che vivono nel loro paese, che ormai non li sostenta più.


“Gli uomini mangiavano ciò che non avevano coltivato, non avevano legami con il loro pane. La terra partoriva sotto il ferro, e sotto il ferro a poco a poco moriva, perché non era stata amata né odiata, non aveva attratto preghiere né maledizioni.”


Un capolavoro indubbiamente. 

Un capolavoro che spero di aver presentato in maniera da spingere chi ancora non l’ha letto a farlo.

Dedicategli il vostro tempo e verrete ripagati.

Da leggere almeno una volta nella vita.


❓E ora vi chiedo..

Avete letto questo libro? Se si cosa vi ha colpito di più?

Avete mai affrontato un lungo viaggio in macchina?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


sabato 2 ottobre 2021

"Piccole donne" - Louise May Alcott - Recensione lettura extra

 Hey Readers!!

Qui verrà recensita la lettura extra del mese di Ottobre!




Titolo: Piccole donne
Autore: Louisa May Alcott
Editore: RBA 
Genere: Classico








Vi chiediamo di scrivere nel commento il nome che usate su facebook e la squadra di appartenenza per potervi assegnare il relativo bonus.




"Piccole donne" è la storia delle sorelle March, così diverse eppure complementari tra loro: Meg, la maggiore, è la più mite e responsabile; Jo, ribelle e creativa, ha il dono della scrittura; Beth, dolce e delicata, suona il pianoforte con grande talento; Amy, frizzante e vanitosa, è la piccola di casa e sogna di diventare un’artista. Seguendo il succedersi delle stagioni, vediamo le quattro sorelle crescere e farsi donne prendendo parte ad alcuni degli eventi più significativi delle loro vite: quando, il giorno di Natale, rinunciano alla propria colazione per donarla ai bambini più poveri; quando Meg e Jo vengono invitate al ballo di Capodanno della signora Gardiner; quando stringono amicizia con il giovane Laurie e con il suo generosissimo nonno; quando si sostengono a vicenda nei momenti difficili, uscendone più forti e più unite di prima. Fin dalla sua pubblicazione nel 1868, "Piccole donne" è stato uno straordinario successo: considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura per ragazzi, è un romanzo senza tempo che oggi, a distanza di oltre centocinquant’anni, ha ancora molto da dirci.


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Buona sera lettori, 

Oggi sono qui a parlarvi di un grande classico di formazione che credo la maggior parte di voi abbia letto in adolescenza ma che io ancora non avevo recuperato.


Purtroppo sono tanti i libri che da adolescente non ho letto per far posto ai fantasy che invece mi incuriosivano di più e così mi sono ripromessa di recuperarli se non tutti, la maggior parte!

Per questo oggi vi parlo del romanzo di Louisa May Alcott, Piccole donne.


Come si può intuire anche dal titolo, la storia è incentrato su delle protagoniste donne, in particolare sulle quattro ragazze March.

Conosciamo subito le donne della famiglia March intorno al camino in attesa del rientro a casa della madre. Il padre è partito per la guerra e nonostante non siano felici per questo e sentano la sua mancanza, tutti cercano di risollevarsi il morale e non pensare a questo allontanamento.


Le quattro ragazze sono: 

Margaret, detta Meg, la più grande, ha sedici anni e una passione per la moda e i bei vestiti. E' la più seria delle quattro sorelle e la più ligia al dovere.

Josephine, detta Jo, è il maschiaccio del gruppo. Ha quindici anni e una passione per la scrittura che coltiva con amore e dedizione.

Elizabeth, detta Beth, ha tredici anni e la passione per la musica, suona divinamente il pianoforte ma è anche molto timida, tant'è che non va a scuola ma studia a casa.

Amy è la piccola di casa, con i suoi dodici anni è la più vanitosa di tutte le sorelle March. E’ brava nel disegno e nella pittura ma è parecchio capricciosa.


In “Piccole donne” vivremo un anno con le quattro ragazze e la loro vita quotidiana, conoscendole ogni giorno di più, imparando i loro difetti e i loro pregi, vivendo le loro paure e le loro gioie. 


Infatti la loro vita è fatta di una quotidianità semplice. Le giornate trascorrono tra impegni lavorativi e familiari che occupano la loro giornata ma sempre accompagnate dall’amore dolce che le unisce.


Ma anche loro hanno i loro bisogni e le loro necessità.

Vedremo come un paio di guanti nuovi o un vestito strappato cambino l’esito di una serata in società, o di come un’amicizia nata tra vicini possa migliorare la vita di entrambe le famiglie, creando un forte legame.


Vi ho presentato sopra ogni ragazza con le proprie qualità e passioni. 

Questo perché per loro le passioni sono molto importanti e avranno un posto importante nella storia. Ad esempio la nostra cara Jo, amante dei libri e della scrittura grazie alla sua passione riesce a pubblicare alcuni suoi racconti in un quotidiano. 

O la piccola Amy, che regala i suoi bellissimi disegni e ritratti a familiari e amici.


Le caratterizzazioni dei personaggi sono accurate infatti l’empatia che l’autrice crea tra personaggi e lettore è unica. Per ogni difficoltà passata dalla famiglia vorremmo poterla aiutare con ogni nostro mezzo possibile e per ogni loro gioia il lettore si trova a saltare in piedi ed esultare, quasi fossero membri della nostra famiglia e stessimo celebrando i loro successi. 


Questo legame che l’autrice è riuscita a creare con noi lettori è la parte che più ho preferito del libro, infatti prediligo i libri che creano empatia coi personaggi, facendoli entrare a far parte della mia famiglia letteraria!


La signora March è una figura essenziale nella famiglia. 

Vi ho detto che il padre non è presente nella prima parte del libro, troviamo infatti una famiglia con un impronta matriarcale, dove le decisioni familiari vengono prese principalmente dalla madre. L’insegnamento che da alle sue figlie è fondamentale per la loro crescita. Molte saranno le lezioni di vita che insieme alle quattro ragazze, apprendiamo, soprattutto la conversazione fatta con Jo, dove scopriamo che anche la madre ha bisogna di una guida nella vita, che ha trovato nel padre, che la aiuta quotidianamente a superare le sue paure e difetti.


Un’altra parte che mi è piaciuta molto della storia è il loro gioco del pellegrino. La loro dedizione al voler cambiare e migliorare, all’essere più brave e la crescita che abbiamo visto nelle ragazze mi ha fatto ricordare la mia adolescenza e i buoni propositi che mi impegnavo a raggiungere.


Due parti mi hanno fatto quasi piangere, le più emozionanti e toccanti.

Una è stata la malattia di Beth e del padre, la preoccupazione dell’intera famiglia e la paura di perdere le persone a loro care.

L’altra è la scelta di Jo, nel tagliare i capelli. Lì non ho resistito e una lacrimuccia è scesa per la forza e determinazione della ragazza. 

Infatti è la mia sorella preferita anche se caratterialmente mi ritrovo molto in Meg.

Anche io sono la maggiore di tre fratelli, sono la più seria dei tre e la più ligia al dovere. 


Nel corso della storia incontriamo anche tanti personaggi che accompagneranno le numerose avventure delle ragazze, il più importante è il loro giovane vicino di casa, Theodore Laurence.


Un romanzo di formazione che mi sarebbe piaciuto leggere quando ero adolescente

ma che ho adorato e apprezzato parecchio leggere ora, per numerosi insegnamenti e le infinite riflessioni che questa lettura mi ha dato.

Il ruolo della famiglia, fondamentale in questa storia, è ben descritto e illustrato. 


Consiglio la lettura di questo libro a chi ancora non l’ha letto perché questo è uno di quei libri che va letto una volta nella vita. Continuerò sicuramente la storia leggendo i successivi volumi perchè voglio proseguire le avventure delle sorelle March!

Ho letto questo fantastico libro nell'edizione RBA che adoro!


❓Ora vi chiedo...

Avete letto questo libro?

Qual è il classico che tutti hanno letto e che voi ancora non avete avuto il coraggio di iniziare?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


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