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mercoledì 31 marzo 2021

Tracce Aprile - Challenge Libropoly 2021

 Bentornati a Libropoly, la metropoli del Libro.

Proseguiamo con l’avanzata del tabellone di Libropoly, come sta andando? Sono stati clementi i dadi con voi? 

Ma ora passiamo alle cose serie, i punteggi:


- #cappelloallariscossa 152 punti

- #stivalevagabondo  188 punti


  • La squadra #stivalevagabondo è in vantaggio con quattro su sei titoli nascosti indovinati! Complimenti a tutte ragazze per l'impegno!!
  • La squadra che ha totalizzato più punteggio personale questo mese è :

#stivalevagabondo

Mentre al secondo posto abbiamo la squadra

#cappelloallariscossa


Ricordiamo per chi ancora non si è iscritto al nostro blog così aiutandoci e supportandoci di farlo, a noi fa piacere 


Qui trovate le regole generali e del tabellone ▶️  https://le-sorelle-dinchiostro.blogspot.com/2020/12/regolamento-challenge-libropoly-2021.html 



_ Queste tracce, se lette entrambe, vi permetteranno di tirare i dadi e così muovervi sul tabellone.


🟡 TRACCIA AUTORE

_ In questa traccia dovrete leggere un libro in cui l’autore ..

  • ...fa il lavoro dei tuoi sogni


🟠 TRACCIA GIOCOLIERE

_ In questa traccia vi daremo delle parole. Una o più di una dovrà essere presente nella vostra lettura:

  • nella trama  

  • nel titolo 

  • nella copertina


Colomba, Cioccolato, Coniglio, Verde 



✴️ Lettura extra di Marzo


Tutta colpa di Mr Darcy - Shannon Hale

 


_ Questa traccia se letta vi permetterà di aggiungere punti extra al lancio dei dadi.


Vi auguriamo buona sorte con i dadi e buone letture!!!


Recensione "Le braci" - Sándor Márai

 





Titolo:  Le braci

Autore: Sándor Márai

Editore: Adelphi Edizioni

Genere: Narrativa




Dopo quarantun anni due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l’altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null’altro contava, per loro. Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare. Tutto converge verso un «duello senza spade» – e ben più crudele. Tra loro, nell’ombra, il fantasma di una donna. E il lettore sente la tensione salire, riga dopo riga, fino all’insostenibile.



Una storia che racconta un'amicizia giovanile, un amore fraterno e un intreccio sentimentale condito con un segreto che spinge da più di quarant’anni per poter uscire.


Il romanzo descrive l’amicizia di due ragazzi: Henrik, sicuro di sé, presuntuoso e di famiglia nobile e benestante e Konrad, sensibile e intelligente ma di famiglia umile. Ragazzi che proseguono l’intenso rapporto di amicizia fino all'età adulta.


“Il senso dell’amore e dell’amicizia è tutto qui. La loro amicizia era seria e silenziosa come tutti i sentimenti destinati a durare una vita intera. E come tutti i grandi sentimenti anche questo conteneva una certa dose di pudore e di senso di colpa. Non ci si può appropriare impunemente di una persona, sottraendola a tutti gli altri.”


Entrambi sembrano essere sopravvissuti per poter vivere questo preciso incontro, e una volta che questo si sia compiuto e i quesiti che il tempo ha sollevato si siano risolti, probabilmente potranno morire in “pace”.


Un lungo monologo del generale Henrik che rivanga le sue memorie e torna indietro di quarant'anni per avere una risposta definitiva a quello che lo tormenta da allora. 


Nella prima parte di questo monologo si legge minuziosamente della nascita di questa amicizia che pare inscalfibile. La loro intesa era tale che andava al di là di un semplice amore fraterno.


Nella seconda parte, mentre i due amici cenano, si viene a conoscenza sempre tramite il monologo del generale, la vera motivazione che ha causato la rottura dei due amici e che li ha portati a vivere separati per quarantun anni.


Il dibattuto è pressoché assente, infatti è solo Henrik a parlare e Konrad ad ascoltare.

Alla fine il primo pone due domande a cui non è riuscito a rispondersi, rimaste in sospeso per anni, al secondo.


"Tutti sono scomparsi; che senso può avere, a questo punto, la vendetta?... Ecco la domanda che leggo nei tuoi occhi. E io ti rispondo con questa sola parola: vendetta! È stata lei a tenermi in vita, in tempo di pace e in tempo di guerra, nei quarantun anni trascorsi, è grazie a lei che non mi sono ucciso, non sono stato ucciso e non ho ucciso - così, almeno, ha voluto il destino. Adesso la vendetta è arrivata, come ho sempre desiderato. La vendetta consiste semplicemente nel fatto che sei venuto da me, attraversando il mondo in guerra e i mari infestati di mine, sei venuto fin qui, sul luogo del tuo misfatto, per rispondermi, per chiarire a entrambi la verità. Ecco qual è la mia vendetta. E adesso mi risponderai".


Fin da subito il lettore entra in uno stato di perenne attesa.

Attesa di scoprire la vera causa di questa rottura, con una crescente ansia di pagina in pagina.

Sperando che le deduzioni a cui è giunto Henrik siano sbagliate e che Konrad smentisca da un momento all’altro le parole dell’amico.


Purtroppo ciò non accade, infatti Konrad si limiterà ad ascoltare, talvolta annuire alle parole dell’amico e decidendo, infine, di non rispondere alle uniche due domande postegli da Henrik.


La narrazione, con le sue minuziose descrizioni, fa rivivere al lettore le memorie del generale, come se le stesse vivendo in prima persona, così come i sentimenti e i dispiaceri da esse scaturiti ai protagonisti della storia.


Arrivata alle ultime pagine, convinta di leggere finalmente una motivazione reale, il finale mi ha lasciata con l'amaro in bocca.

Nulla si conclude ma tutto rimane così come è stato dedotto dalla mente del Generale Henrik.

Nessun chiarimento, nessuna rivelazione, nessuna spiegazione certa di quello che successe quel fatidico giorno. 


La verità morirà con i tre protagonisti e sparirà come cenere nella brace.


Blog Tour: Vite a Gettoni di Elisa Cattini

 Ciao Cari Lettori!

Oggi il nostro blog parteciperà al suo primo Blog Tour ospitando la presentazione del libro di Elisa Cattini “Vite a gettoni”. Ringrazio la casa editrice Errekappa per avermi mandato la copia del romanzo e Chiara Pignatti per avermi contattata permettendomi di partecipare al Blog Tour.


Oggi vi parlerò dell’amore e le sue visioni, ma prima, un piccolo riassunto delle tappe!!





Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.


Ho voluto iniziare questo Blog Tour scrivendo la definizione di amore del dizionario Treccani per farvi entrare in sintonia con la protagonista di questo libro, Allegra. Perchè Allegra farà proprio questo, con ogni personaggio che incontrerà cerca di alleviare la loro pena in cambio di un pò di amore, con uno scambio reciproco.


Allegra si trasferisce a Bologna per frequentare l'università. In questa città, lontana da casa, si sente sola e cerca l’amore in ogni persona che incontra.


L’amore che Allegra cerca nelle persone è di tutte le forme e con il calore che riceve cerca di alleviare quella solitudine che sente dentro alleviando talvolta le angosce altrui.


Molti sono i personaggi che trasmettono questo sentimento ad Allegra e con le loro storie la fanno crescere e maturare nello sfondo di una Bologna delicata e ladra, accogliente e ammaliatrice.


Abbiamo diverse visioni dell’amore in questo libro e ora le analizziamo insieme:


  • L’amore materno

Allegra è molto affezionata alla madre, si confida e trae conforto dalla sua figura. Il loro rapporto è unico. Come ogni madre capisce i desideri, le paure, i sogni, i sentimenti senza bisogno di parlare, con un semplice gesto o un occhiata. 


“..mi resi conto che lei sapeva già tutto nel momento stesso in cui mi sentiva pronunciare poche parole. Era mia madre. Era questo il segreto di tutto.”


Questo amore materno Allegra lo ritrova in un'altro personaggio che a Bologna le dà quelle attenzioni che solo una madre dà ai suoi figli. Irina.


“ Mi allungò un beverone di un colore tendente al giallo e mi invitò a berlo, che mi avrebbe fatto bene. Un integratore, una colorata forma di sostentamento per giovani anime perdute tra incombenza, tomi e lezioni di storia. Fu automatico pensare a mia madre.”


Irina è la barista del Montmartre, l’autrice la descrive come la “traghettatrice di anime che regala cuori al caffè”. Questo luogo sarà per Allegra un secondo rifugio dove nascondersi quando è in cerca di conforto e amore.


  • L’amore passionale

A Bologna Allegra trova l’amore. Purtroppo per lei non trova l’amore romantico che avrebbe voluto ma un amore tormentato e scostante a causa di un ragazzo più grande che non ha voglia di una relazione seria. Questo porterà Allegra a soffrire ma nonostante tutto è attaccata a Tommaso e scende a compromessi pur di amarlo.


“Amavo di lui i suoi dieci anni vissuti in più, la sua esperienza e la sua maestria nell’ottenere ciò che voleva facendola sembrare una cosa normale, quasi voluta. E di me odiavo l’incapacità di contrastarlo ma la volontà di subirlo."


  • L’amore amicale

In questo tipo di amore rientra l’amica di Allegra, Giulia, con la quale divide la casa e che frequenta con lei l’università. Anche se viene citata poco all’interno della storia, l’importanza della loro relazione si capisce da una frase che l’autrice scrive.


“ La lezione iniziò sulle note dei miei pensieri che, come sempre, Giulia intercettò ancor prima che io mi mettessi a sedere. Ognuno di noi dovrebbe avere una Giulia nella propria vita, pensai.”


Ma in questa categoria rientra anche una nuova amicizia che Allegra ha intrecciato a Bologna e che inaspettatamente le ha aperto un mondo di emozioni. Sto parlando dell’amicizia con Anna. Lei è un'ex-attrice che nel cuore ha un grosso peso che racconterà ad Allegra per alleviarlo. 

Il suo amore per un uomo che l’amava ma che aveva famiglia, che non voleva, o non poteva, rendere ufficiale la relazione, ha portato Anna a vivere questa storia in continui alti e bassi. Questa storia di vita toccante ed emozionante servirà ad Allegra, che identifica la sua storia d’amore tormentata con Tommaso.


“In realtà non volevo sapere più nulla di loro. Sentivo che quelle rivelazioni mi avrebbero fatto male. C’era troppo di me e Tommaso nella storia di Anna e Armand e non ero pronta ad incassare il colpo e ascoltare il finale drammatico che si prospettava.”


  • L’amore compassionevole

In questo amore rientrano due personaggi che hanno sfiorato la vita di Allegra e che con le loro storie l’hanno emozionata e aperto il cuore.


La storia di Marilena è la storia di una donna che sta soffrendo per un figlio che non nasce. La sua storie viene raccontata in più volte ad Allegra, ogni volta con un dettaglio in più che porterà la protagonista ad empatizzare e sperare per quella donna gentile dagli occhi grandi.


“Una fredda mail con un allegato furono il suo parto. Quello che a lei parve la sofferenza più meravigliosa del mondo. Sentiva quasi il dolore, aprendo l'immagine di quel figlio scelto a caso tra i tanti la cui fortuna strabica aveva privato di un inizio di vita decente.”


La storia di Andres è tanto bella quanto triste. Emigrato in Italia da quattro anni ha lasciato la sua famiglia in India, insieme ad un pezzetto di cuore, trattenendo per anni il respiro.


“Guardiamoci attorno. Se i nostri panni ci sembrano vecchi e passati di moda, proviamo a indossare quelli degli altri per un istante. I nostri torneranno ad essere improvvisamente comodi.” 


  • L’amore ossessivo

In questa categoria non posso che inserire Josette. Per Allegra è stata fonte di ossessione e mistero dal primo momento che l’ha vista seduta al bar Montmartre. Per tutta la narrazione la protagonista non saprà nulla di questa donna se non il nome. Gli incontri casuali che Allegra avrà con Josette faranno solo accrescere questa sorta di innamoramento che è scaturito nei suoi confronti. 


“Non avevo idea di come fare a trovarla e per qualche istante sentii un grande vuoto dentro. Come poteva mancarmi una persona che nemmeno conoscevo?”


  • L’amore per i luoghi

In questa categoria rientrano la lavanderia e il bar di Montmartre che hanno entrambi un ascendente su Allegra e che le daranno un senso di protezione con il loro “nido” confortevole dove costruirà le relazioni più importanti.


Non posso concludere l’articolo senza fare questa riflessione.

Se si parla di amore non si può non parlare della sua controparte, il dolore.

In ogni storia che Allegra viene a conoscenza, e che vive lei stessa, il dolore fa da contrappeso all’amore perché credo che non si possa provare un sentimento tanto forte come l’amore senza provare anche del dolore, della paura. 

La paura di perdere una persona cara, il dolore che ci provoca il sapere che una persona a noi vicina sta soffrendo, il voler alleviare le sue sofferenze.

Tutte emozioni scaturite dall’amore che proviamo per una persona.


Ora non mi resta che salutarvi e ricordarvi l’appuntamento domani con il Review Party!

Non mancate!


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domenica 28 marzo 2021

Recensione "Infiltrata a nozze" - Giulia Paradiso





Titolo: Infiltrata a nozze

Autore: Giulia Paradiso

Editore: Self Publisher

Genere: Romanzo rosa







Elettra ha un solo desiderio: trovare un lavoro.

Il suo sogno più grande è quello di lavorare nell'ambito dell'editoria, ma non è per niente facile e giorno dopo giorno le sue speranze cominciano a crollare.

Per fortuna, però, la vita è sempre pronta a darti una chance, anche se a modo suo. Infatti, un giorno per caso, Elettra si ritrova ad un matrimonio sbagliato e qui incontra un'anzianotta signora. Lei è Rosa, ex Wedding Planner, che si infiltra ai matrimoni per criticare location e allestimenti.

Elettra sente che quell'incontro può dare una svolta alla sua vita, così comincia ad infiltrarsi insieme alla singolare vecchietta, scrivendo un libro su tutte le cose divertenti che accadono ai matrimoni.

Nel frattempo incontra anche un ragazzo misterioso che riuscirà a fare breccia nel suo cuore e a dare un po' di pepe e amore perfino al suo romanzo.



 Elettra si è laureata da un’anno e ancora non trova il lavoro dei suoi sogni. Lavorare nell’ambito dell’editoria. Nel frattempo lavora in un bar con il suo migliore amico Mario.


Quando per sbadataggine si ritrova ad un matrimonio sbagliato e incontra una vecchia signora bizzarra e strampalata la vita le cambia! Infatti questa vecchia signora, Rosa, è una ex-wedding planner che si infiltra alle nozze altrui per criticare gli allestimenti e la location.


Insieme a lei Elettra inizierà a infiltrarsi ai matrimoni raccogliendo in un quaderno tutte le cose buffe e divertenti che succedono alle feste con l’intenzione di farne un libro.


Nel frattempo anche in campo amoroso la vita di Elettra si rischiara. Infatti incontra un ragazzo misterioso che la affascinerà fin da subito. La cosa è reciproca ma le cose non andranno tutte nel verso giusto e per un segreto celato il loro rapporto rischia di rompersi per sempre.


Riuscirà Elettra a pubblicare il suo libro sui matrimoni e tenersi l’amore della sua vita?!?

Non vi resta che leggerlo per scoprirlo!


”Non devi vagare miliardi di chilometri per essere felice, anzi, a volte è più probabile che la felicità sia nascosta in posti improbabili, in cui non la cercheresti mai. E arriva proprio così”, scocca le dita verso il cielo, “per magia”.


Un romanzo leggero e divertente che mi ha appassionata e fatta sorridere più volte.

Infatti il personaggio di Rosa, l’anziana signora che Elettra incontra al matrimonio non può essere più divertente di così!! Non fatevi ingannare dalla sua età, con le sue battute e il suo comportamento focoso e frizzante mi ha fatta desiderare di conoscerla e potermi infiltrare ai matrimoni con lei! 


Tra Elettra e Rosa nasce subito una bella amicizia e insieme ne combineranno una più del diavolo!! Non potrete che ridere con loro delle avventure esilaranti.

Ci saranno parti anche molto serie, come la storia di Rosa, che ci farà riflettere sul sentimento della famiglia e il rapporto madre-figli.


Consiglio la lettura di questo libro divertente, romantico e molto originale a tutte le persone che non smettono di perseguire i loro sogni e fanno di tutto per realizzarli, a chi piacciono le letture leggere con un pizzico di romance e a chi vuole farsi due sane risate!!


Ringrazio l’autrice per avermi mandato una copia del suo romanzo


giovedì 25 marzo 2021

Dantedì - Il giorno di Dante

 Il Dantedì, nato da un’idea di Paolo Di Stefano e del presidente onorario della Crusca Francesco Sabatini, è stato ufficialmente istituito dall’attuale Ministero della Cultura nel gennaio 2020.

Dantedì 2021


Il 25 marzo è la giornata nazionale in memoria del poeta Dante Alighieri e quest'anno ricorrono inoltre i 700 anni dalla sua morte. Una ricorrenza che quest’anno è anche più sentita, dal momento che cade nell’anno del Settecentenario della morte del poeta, avvenuta a Ravenna il 14 settembre 1321. 


Perché si celebra il 25 Marzo

Quella del 25 marzo non è una data scelta a caso perché, secondo gli studiosi, sarebbe la data d'inizio del viaggio nell'aldilà della Divina Commedia. Il primo canto dell'Inferno infatti dovrebbe collocarsi nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 marzo del 1300.



Dante

È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.

Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il "Sommo Poeta" o, per antonomasia, il "Poeta".




La Divina Commedia


Il poema è scritto in fiorentino volgare attraverso terzine incatenate e suddiviso in tre cantiche ovvero Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Come per tutti i testi antichi prima dell’arrivo della stampa in Europa, dell’opera originale non abbiamo traccia in quanto i manoscritti venivano scritti e ricopiati a mano, per questo a oggi di tutti i manoscritti dell’opera a noi pervenuti non ne abbiamo due versioni uguali. 

Le diversificazioni dell’opera sono tantissime a volte cambiano il senso della frase.

Il titolo originale, con cui lo stesso autore designa il suo poema, fu Comedia.

L'aggettivo «Divina» le fu attribuito dal Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante, scritto fra il 1357 e il 1362 e stampato nel 1477. Ma è nella prestigiosa edizione giolitina, a cura di Ludovico Dolce e stampata da Gabriele Giolito de' Ferrari nel 1555, che la Commedia di Dante viene per la prima volta intitolata come da allora fu sempre conosciuta, ovvero "La Divina Comedia".


L’opera venne composta tra il 1304/07 e il 1312 nel periodo d'esilio del poeta a Lunigiana e Romagna. Con quest’opera Dante, ritenuta una delle più grandi opere di tutti i tempi, ci dà un’importante testimonianza della civiltà medievale tanto da essere studiata in tutto il mondo.

Il poema è diviso in tre parti, chiamate «cantiche» (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale) formati da un numero variabile di versi,  strutturati in terzine.

Il poeta narra di un viaggio immaginario attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità.


Il canto primo dell'Inferno di Dante Alighieri funge da proemio all'intero poema, e si svolge prima nella selva e poi sul pendio che conduce al colle; siamo nella notte tra il 7 e l'8 aprile 1300 (Venerdì Santo), o secondo altri commentatori tra il 24 e il 25 marzo 1300 (anniversario dell'Incarnazione di Gesù Cristo).

«Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura,

ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,

esta selva selvaggia e aspra e forte,

che nel pensier rinova la paura!

Tant'è amara che poco è più morte;

ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,

dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

Io non so ben ridir com'i' v'intrai,

tant'era pien di sonno a quel punto

che la verace via abbandonai.


Dante Alighieri, Inferno, I, vv. 1-12»

Qui il poeta Dante Alighieri racconta in prima persona del suo smarrimento spirituale e dell’incontro con Virgilio, che lo condurrà poi ad intraprendere il viaggio ultraterreno raccontato magistralmente nelle tre cantiche. 

L'inferno dantesco è immaginato come una serie di anelli numerati, sempre più stretti, che si succedono in sequenza e formano un tronco di cono rovesciato; l'estremità più stretta si trova in corrispondenza del centro della Terra ed è interamente occupata da Lucifero che, muovendo le sue enormi ali, produce un vento gelido: è il ghiaccio la massima pena.


Ed è proprio nel viaggio all’inferno che Dante incontra uno dei personaggi storicamente esistiti di cui oggi vi voglio parlare.


Sto parlando del Conte Ugolino della Gherardesca (Pisa, 1210 – Pisa, 1289) è stato un politico italiano ghibellino che parteggiò per i guelfi e comandante navale del XIII secolo.


Personaggio fra i più celebri dell'Inferno e dell'intera letteratura italiana, la figura di Ugolino diventa grande perché si fonda sul contrasto tra l'odio, bestiale e feroce, e l'amore paterno, tenero e impotente.


Dante Alighieri, lo colloca nell'Antenora, la seconda zona del nono cerchio dell'Inferno, dove vengono puniti i traditori della patria (canti XXXII e XXXIII). 

Ugolino, immerso nelle acque gelate di Cocito, appare come un dannato vendicatore, che divora brutalmente la testa dell'arcivescovo Ruggieri:

 

«Poscia che fummo al quarto dì venuti

Gaddo mi si gittò disteso a' piedi,

dicendo: 'Padre mio, ché non mi aiuti?'.

Quivi morì; e come tu mi vedi,

vid'io cascar li tre ad uno ad uno

tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond'io mi diedi,

già cieco, a brancolar sovra ciascuno,

e due dì li chiamai, poi che fur morti

Poscia, più che il dolor, poté il digiuno".

Quand'ebbe detto ciò, con li occhi torti

riprese 'l teschio misero co' denti,

che furo a l'osso, come d'un can, forti»

(Inferno, canto XXXIII, vv. 67-78)


Secondo Dante, i prigionieri, consumati dal digiuno, si spensero dopo una lunga agonia; ma, prima di morire, i figli di Ugolino lo pregarono di cibarsi delle loro carni, pronunciando la frase: "Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi: tu ne vestisti queste misere carni, or tu le spoglia'.


E’ da qui che nasce la leggenda che ancora ad oggi aleggia sul Conte. Si dice, che durante la prigionia, Ugolino si sia nutrito di carne dei suoi parenti. Conosciuta per questa leggenda, la Torre della Muda venne ribattezzata “la torre della carestia”. Alcuni resti della torre sono ancora visibili nell’attuale Piazza Dei Cavalieri.





E parlando di resti del conte Ugolino non posso non citare il suo Castello dell’Acquafredda situato in Sardegna.




E il principale lascito del conte Ugolino all’isola è ancora oggi visibile e visitabile nelle campagne di Siliqua, il mio paese, dove spicca, indisturbato su una collina cinta da pianeggianti campagne. 




Conoscevate la leggenda che si cela dietro il conte? Ci credete? Avete mai visitato il suo castello in Sardegna? Fatemelo sapere nei commenti



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