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mercoledì 9 giugno 2021

Recensione "L'uomo a pedali" - Roberto Bonfanti

 





Titolo: L’uomo a pedali

Autore: Roberto Bonfantini

Editore: Edizioni del Faro

Genere: Narrativa contemporanea







"Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante": questa è la consapevolezza a cui Sergio sente di essere giunto alla soglia dei trent'anni, dopo aver passato l'adolescenza a inseguire un sogno a cavallo di una bicicletta e aver trascorso la seconda parte della sua vita a cercare di tenere a galla il suo animo inquieto sul filo di un'esistenza assolutamente ordinaria. A fare da spartiacque fra il prima e il dopo c'è stato un brutto incidente che ha mandato in frantumi il suo ginocchio sinistro insieme a ogni possibile illusione. Proprio in occasione del suo trentesimo compleanno, però, Sergio ha scelto di risalire in sella per riassaporare le sensazioni che lo avevano accompagnato da ragazzino e fare definitivamente pace con il proprio passato e il proprio presente. Così, nel corso di una lunga pedalata nel cuore della notte, i ricordi dell'intera sua vita gli scorrono nella mente come chilometri di una lunga corsa su quella bicicletta che ha tanto amato.


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Sergio alla vigilia dei suoi trent’anni si rimette in sella alla sua amata bicicletta e nel viaggio notturno che lo condurrà alla pace ci racconta la sua vita, il suo amore incondizionato per uno sport che ha dovuto abbandonare troppo presto e alle vicissitudini che l’hanno portato fino ad oggi.


L’amore per il ciclismo glielo trasmise il nonno fin da piccolo un pomeriggio di Pasqua quando vide la sua prima corsa di bicicletta alla tv.


“ <<Cos’è il Fiandre?>> s’intromise il piccolo Sergio con la curiosità tipica dei bambini.

<<E’ una corsa in bicicletta. La corsa più bella del mondo>> rispose uno zio …. Lui lo prese di parola passando l’ora successiva in una febbrile attesa, ascoltando gli uomini parlare di persone e luoghi intrisi del fascino gelido e misterioso del Nord Europa… Appena le telecamere della RAI si accesero su quei paesaggi ….Fu amore”


Da quel giorno per Sergio nulla fu più come prima. 

Ogni pensiero, ogni momento libero, ogni energia che possedeva la impiegò macinando chilometri sopra una bicicletta, spingendo sui pedali sopra una lingua di asfalto nera.


Il suo sogno era partecipare al Giro delle Fiandre e si impegnò tanto, partecipando a gare su gare, allenandosi ogni giorno e non avendo altre passioni all’infuori della bicicletta.

Purtroppo però ad una gara, Sergio si fa male. Il suo ginocchio andrà in frantumi a causa di un brutto incidente che lo costringerà a fermarsi per sempre e accantonare il suo sogno nonostante i suoi innumerevoli sforzi non potrà più gareggiare.


<<Bravo, sei riuscito anche a tornare in bicicletta. Ma accontentati di fare qualche pedalata ogni tanto: tornare in corsa sarebbe troppo per chiunque, lo sai bene anche tu. A un certo punto anche i più grandi hanno dovuto fermarsi.>>


Da questo momento in poi Sergio non sarà più lo stesso.

Cercherà di rimanere a galla in una vita ordinaria che però gli crea malessere nonostante non se ne renda conto consciamente. 


“Non stava per niente male, Sergio. Viveva. O meglio, sopravviveva, Come chiunque altro. Non era triste. Certo, forse non era nemmeno felice, ma in fondo chi può dire di esserlo?



Ha un lavoro, degli amici che gli vogliono bene, ma il suo essere introverso e taciturno lo porta a chiudersi a riccio con chiunque preferendo la solitudine alla compagnia e sprofondando sempre più nella depressione.


<<Sai qual è la cosa più sbagliata che puoi fare quando affronti una salita lunga e impegnativa? Chiederti se ce la farai ad arrivare in cima. Domandarselo non serve a niente. Nel momento stesso in cui ti lasci sfiorare dal dubbio le gambe cedono, la testa smette di controllarle e tu sei fottuto. Devi solo mettere un piede dietro l’altro e continuare a salire. Il resto non serve.>>


Anche nella vita sentimentale il malessere sfocia nella solitudine acutizzando la sua fragilità nel saper stare a contatto con le persone. 

La sua è una continua ricerca di pace che trovava solo a cavallo di una bicicletta che ormai prende polvere nel cortile.


Il finale mi ha sorpresa, non me lo aspettavo. Una storia intensa, scorrevole e ricca di spunti di riflessioni mi hanno fatto terminare questo libro in pochissimo tempo.


"Ora sente di non avere più obblighi verso niente e nessuno. Non ha più attese da deludere nè errori da rimpiangere. Nulla da vincere e da perdere. Ora tutto è perfetto."


Una lettura ricca di emozioni che vi consiglio di leggere e affrontare con Sergio, non soltanto per gli amanti del ciclismo ma chiunque ne abbia voglia!


Ringrazio infinitamente l'autore per questa collaborazione!



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