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martedì 23 novembre 2021

Recensione "Una single in fuga" - Beatrix Pezzati

 




Titolo: Una single in fuga

Autore: Beatrix Pezzati

Editore: Self Publishing

Genere: Narrativa, Romanzo Rosa






Emma è una ragazza che scappa da se stessa e dai continui fallimenti, mentre insegue l’amore e la realizzazione personale.

Tra cadute e colpi di fortuna capirà che solo cambiando se stessa potrà cambiare il suo destino e trovare l’ingrediente segreto della felicità.

Una single in fuga è un romanzo rosa di formazione nel quale amore, amicizia e famiglia sono i temi dominanti di una trama movimentata, ambientata a Londra e nell’isola di Maiorca e raccontata con il filtro dell’ironia.


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Buongiorno cari lettori,

Oggi vi porto sul blog un romanzo fresco e ironico dove l’autrice attraverso la sua protagonista ci insegna a non mollare mai davanti alle sconfitte della vita ma a rialzarsi e combattere, sempre!


Sto parlando del libro di Beatrix Pezzati "Una single in fuga" che ringrazio per la copia in omaggio e l’opportunità di leggere la sua storia.💙


Emma Applewhite è una ragazza trentenne che vive a Londra. E’ single e lavora come segretaria, ama la sua famiglia e le amiche con le quale esce spesso a bersi qualcosa. Emma ha la passione della pasticceria e prepara dei dolci deliziosi che tutti i suoi familiari e amici adorano. Il suo segreto è un vecchio e antico ricettario da cui prende ispirazione.


Sin da subito capiamo che Emma non è molto fortunata e anzi le capitano tante situazioni incredibili al limite del possibile. Infatti il libro inizia con il fallimentare appuntamento di San Valentino con Wilburn, l’ormai ex ragazzo, che per fare una cosa carina e originale prenota un giro in mongolfiera dove le chiede di sposarlo.

Peccato che Emma soffra di vertigini e una volta saliti in alto il tempo precipita, così come l’anello di fidanzamento. Questo per la coppia segnerà l’inizio dei litigi e l’inevitabile rottura.


Per Emma sarà difficile riprendersi da questo fidanzamento mancato e faticherà a dimenticare Wilburn che molto spesso le torna in mente rivangando i bei ricordi.

Dopo la rottura però si consola con la pasticceria, dove trova il giusto conforto.


"Amo cucinare e mangiare dolci. Mi aiuta ad abbandonare i dispiaceri nel mare della vita, come vecchie scialuppe cariche di brutti ricordi che, perdendosi alla deriva, si allontanano per sempre dalla mia esistenza. Anche se quelli più facoltosi da abbandonare riguardano Wilburn."


Nonostante tutto l’impegno che Emma ci metta, anche al lavoro non va come dovrebbe e viene presto licenziata, non riesce nemmeno a passare l’esame di guida anzi è un pericolo per lei e il prossimo e viene allontanata a forza da tutte le scuole guida del Paese ma non solo, non pagando da mesi l’affitto il padrone di casa le ha dato lo sfratto.


Emma è sempre più disperata e non sa dove sbattere la testa. Peccato che ai suoi amici e familiari faccia credere che la sua vita vada a gonfie vele e che addirittura abbia superato l’esame di guida.


Ma un’eredità inaspettata le fa tirare un sospiro di sollievo. La tanto amata zia nel suo testamento la nomina unica erede di un notevole patrimonio e nonostante non abbia un lavoro la lista di obiettivi di Emma è bella lunga.


Convinta da un uomo che sta frequentando a fare un investimento con la sua eredità, ben presto Emma si accorge di essere stata truffata e dopo una corsa nell’isola di Maiorca Emma può dire addio alla sua eredità, tornando triste, povera e single e costretta a dire la verità a tutti, anche sola.


Un breve periodo dall’amata nonna però la fa crescere e maturare, capendo che le bugie hanno le gambe corte e se vogliamo che una situazione muti dobbiamo rimboccarci le maniche e far sì che cambino come noi vogliamo, cambiando soprattutto il nostro modo di porci alle situazioni. Solo così si può maturare e avere una nuova visione della vita, per vivere meglio noi e chi ci ama.


Un romanzo molto scorrevole e leggero, pieno di ironia e avventure movimentate che però danno il giusto condimento alla storia. Molti colpi di scena mi hanno lasciato senza parole, molto originali e carini!


Ho apprezzato molto che attraverso la preparazione dei dolci la protagonista trovi conforto, le attività manuali danno sempre modo di far uscire la nostra parte creativa ed Emma ne è la prova.

La sottotrama del ricettario antico, la sua storia e la sua fine mi è piaciuta molto. Mi piacerebbe provare qualche ottima ricetta che l’autrice ha inserito nella narrazione, sono sicura siano fantastiche e deliziose.


Che dire infine della conclusione.

Quando le cose si fanno senza interesse è vero che ti torna sempre del buono, così la decisione di Emma, dopo una vita movimentata all’insegna delle sfighe, l’ha ripagata in buono.


Bellissimo il rapporto che Emma ha con le amiche, la riammissione nel gruppo dopo tutte le bugie di Emma è stato un pezzo che mi ha toccato il cuore.


Non posso che consigliarvi la lettura di questo libro. Se volete passare qualche pomeriggio in compagnia di Emma, tifando con lei e aspettando che sforni delle delizie, non vi resta che intraprendere questa lettura, oltretutto ideale per questo periodo natalizio!!!


❓E ora vi chiedo… 

Vi ho incuriosito? Vi piace cucinare dei dolci? 

Cosa fate quando avete un periodo particolarmente triste, come riuscite a superarlo?

Vi leggo volentieri nei commenti💕





venerdì 19 novembre 2021

Recensione "Confessioni di una ragazza invisibile e drammi vari" - Thalita Rebouças




Titolo: Confessioni di una ragazza

invisibile e drammi vari

Autore: Thalita Rebouças

Editore: De Agostini

Genere: Narrativa per ragazzi





A quindici anni Tetê si ritrova in uno studio psichiatrico. Non è pazza. Né depressa. È solo un po’ sfigata. Non ha mai baciato un ragazzo. E la sua eccentrica famiglia è convinta che l’adolescenza sia una patologia da curare alla svelta, prima che peggiori. Certo, i brufoli, i vestiti fuori moda e il monociglio alla Frida Kahlo non aiutano la sua popolarità nemmeno in classe. Tetê è invisibile. Fino a che non conosce Davi, nerd fino al midollo, e Zeca, più vanitoso di un pavone. Davi è il primo ad ascoltarla davvero. Zeca il primo a darle dritte su come si sta al mondo. Ma forse a Tetê vere dritte non servono, perché sembra che Erick, il ragazzo più popolare della classe, abbia una particolare simpatia per lei, per quel suo modo goffo di fare, o per la sua battuta pronta. Erick è bello e irraggiungibile, ma soprattutto intoccabile, essendo il ragazzo di Valentina. Lei è una che non dimentica. E Tetê non ha alcuna intenzione di complicarsi ulteriormente la vita, tra la gestione di una famiglia troppo invadente e le pressioni del liceo. Poi arriva Dudu, un ragazzo più grande che sa cosa dire e come dirlo. Tra segreti rubati, foto scioccanti e ragazze vendicative, i problemi sembrano solo aumentare. Forse, dopotutto, l’idea di curare psichiatricamente l’adolescenza non era così insensata… 


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Buongiorno lettori,

Oggi vi porto sul blog la recensione di un libro per ragazzi che con la sua ironia e le disavventure della protagonista ci da modo di riflettere sull’importanza dell’essere inclusi in un gruppo di amici, di essere sempre sostenuti in famiglia e dei nonni, che qui hanno un ruolo fondamentale per più di un personaggio.


Ma andiamo con ordine!

Il libro in questione è quelllo di Thalita Rebouças

"Confessioni di una ragazza invisibile e drammi vari" edito da De Agostini di cui Netflix ha

prodotto un film uscito a settembre di quest'anno.


Ci troviamo a Copacabana, a Rio de Janeiro, e Tetê, la nostra protagonista si confessa con noi lettori.

A causa del licenziamento del padre, si trovano a dover convivere con i nonni e il bisnonno e questo, se da un lato è una bella cosa per la vicinanza della famiglia, dall’altra parte la situazione è diventata un pochino stretta.


Infatti è costretta a dormire con il bisnonno che la notte russa e ogni mattina la nonna le fa il terzo grado perché non ha amici e non esce mai, appoggiata dalla madre e dal padre che si preoccupano per lei. L’unico che la comprende davvero è il nonno, il quale stravede per la nipote e la difende sopra ogni cosa.


Nel corso della sua via ha già cambiato diverse scuole e quella che frequenterà a Copacabana è il suo terzo istituto. Questo come sempre vuol dire, nuovi amici, nuove conoscenze. Ma per Tetê vuol dire anche nuovi drammi. Lei è una ragazza brillante nelle materie scolastiche ma un disastro nella vita sociale!


Nell’ultima scuola era spesso presa in giro tant’è che i suoi compagni la nominarono Tetê-ascella-pezzata, quindi con l’avvicinarsi dell’inizio del nuovo anno scolastico Tetê è parecchio agitata.

La madre - e tutta la famiglia - credendola pazza, prima dell’inizio della scuola, la porta da uno psichiatra e dopo una chiacchierata con il terapeuta Tetê è ancora più confusa.


Il primo giorno di scuola però ha una sorpresa.

Non solo riesce a trovare due amici subito, Davi e Zecca, ma addirittura il più bello della classe, Erick, le rivolge la parola prendendola in simpatia.

Follemente innamorata al primo sguardo, Tetê sogna ad occhi aperti una vita con Erick. Questo sogno però viene infranto dall’arrivo della ragazza di Erick, Valentina, una ragazza bella e popolare che però tratta tutti malissimo.


Questi e altri ancora saranno i protagonisti di questa storia con i quali Tetê si scontrerà o avvicinerà. Alcuni buoni, altri che nascondono dei segreti. Altri ancora dicono bugie per potersi nascondere, ma si sà, le bugie hanno le gambe corte e quando la verità verrà a galla e tutto si spiegherà, l’amicizia sarà il solo legame che conta.


Vediamo infatti come l’amicizia sarà importante in questa storia.

Ma anche come la discriminazione per l’aspetto fisico e il bullismo che viene inferto ad un bambino/adolescente, faccia dei danni importati nell’autostima, portando a sentirsi sempre inadeguati e mai ben voluti anche quando si cresce.


E’ quello che succede a Tetê, che però attraverso gli amici e soprattutto grazie a Zecca che la aiuta a trasformarsi da bruco a farfalla, capisce quanto sia importante dare una visione diversa di sé e non prendersela con quelli che la discriminano, ma essere sempre superiori e lasciarsi scivolare addosso le parole cattive ridendo.


Cosa che invece non riesce a fare un’altra ragazza della storia - che non nominerò per non spoilerare - facendo crescere il rancore per anni e architettando una vendetta ai danni di chi, da bambina, la prendeva in giro per il suo sovrappeso e il suo aspetto esteriore.


Vi ho detto che in questa storia la figura dei nonni è importante e credo l’abbiate capito dal rapporto che ha Tetê con i nonni. Ma non è l’unico personaggio ad avere un bel rapporto con loro.


Davi, il migliore amico di Tetê, viene cresciuto dai nonni da quando era piccolo e con loro ha un rapporto stupendo. Per lui suo nonno è il suo migliore amico e con lui fa tutte le cose che due amici fanno: passeggiano insieme, vanno al circolo per incontrare gli amici - del nonno -, giocano a carte e parlano nello stesso modo - e questo sarà per Davi fonte di orgoglio e prese in giro. Nel corso della storia capiamo quanto Davi tenga ai suoi nonni attraverso un episodio sulla salute precaria del nonno e delle sue conseguenze. 


Attraverso il legame che Davi ha con i suoi nonni, la nostra protagonista capisce quanto siano importanti anche per lei queste figure nella sua vita che da sempre l’hanno sostenuta e aiutata e comincia ad accettare e vedere sotto un'altra luce i comportamenti strani e le mille domande dei suoi familiari.


Tetê è una brava cuoca - è la cuoca della famiglia che cucina sempre prelibatezze che tutti apprezzano - e nel corso della narrazione l’autrice ha inserito varie ricette più o meno semplici, ottime da provare come i "Fenomenali cupcake in tazza” preparati per i pomeriggi di studio o uno “Stroganoff light” per festeggiare la notizia del nuovo lavoro del padre!


Vi ho parlato di quanto sia importante dare agli altri una visione esteriore di noi sempre in ordine. Questo infatti incide non solo nelle relazioni che abbiamo ma anche su quello che gli altri pensano di noi. Grazie a Zecca, Tetê capisce che avere i capelli in ordine e magari con un taglio che risalti il nostro volto, le sopracciglia in ordine e un sorriso sempre stampato in faccia, non è cambiare per far contenti agli altri ma è cambiare per sentirci più belli noi aumentando così la nostra autostima.


Come vi ho detto all’inizio, questa è una lettura per ragazzi e credo sia ottima per quegli adolescenti che sono timidi e si nascondono per non essere presi in giro, per chi ha poca autostima di sé e vuole soltanto una spinta per uscire dal guscio, proprio come Tetê, potendosi identificare nella protagonista e attraverso una storia simile, non sentirsi solo.


Molto scorrevole e scritto ai ragazzi, il libro di Thalita Rebouças è un testo che può aiutare molti adolescenti, per questo ne consiglio la sua lettura!


Ringrazio la casa editrice per la copia in omaggio.💙


❓E voi…

Leggete mai libri che trattano questo tema?

Siete stati vittime di bullismo al tempo della scuola?

Cosa vi sentite di consigliare ai giovani presi di mira dai bulletti di turno?

Vi leggo volentieri nei commenti💕



venerdì 12 novembre 2021

Recensione "L'assassino senza volto" - Alessandro Lucino





Titolo: L’assassino senza volto

Autore: Alessandro Lucino

Editore: LibroMania

Genere: Thriller











Il corpo del miliardario Fredrick Ivanov Thompson viene rinvenuto nel suo appartamento di Mayfair a Londra. La scena del delitto non lascia dubbi, si tratta di un omicidio rituale. Probabilmente opera di un serial killer pronto a colpire ancora. Fatto ancora più inquietante è che l'assassinio era stato descritto dettagliatamente in un compito consegnato a Mark Forks, professore presso la Queen High School, nei sobborghi della capitale inglese. Le indagini su studenti e personale della scuola e le perizie calligrafiche per individuare l'autore del compito, però, non portano a nulla. L'assassino non tarda a colpire una seconda e una terza volta e, mentre la tensione e la paura in città crescono di ora in ora, le indagini finiscono in un vicolo cieco dopo l'altro. Chi è l'assassino senza volto e perché uccide? Come riesce a eludere la sorveglianza delle telecamere onnipresenti in città e tenere in scacco il detective Scott e tutta Scotland Yard? Un thriller dal respiro internazionale che in un crescendo di terrore, suspense e colpi di scena tiene il lettore col fiato sospeso fino all'ultima incredibile rivelazione.


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Buon pomeriggio lettori,

Oggi vi porto la recensione di un thriller ambientato a Londra dove il colpevole è sotto gli occhi di tutti ma difficile da individuare. Sto parlando del libro di Alessandro Lucino “L’assassino senza volto” edito da Libromania ed uscito alla fine di settembre di questo anno.


In una Londra piovosa e cupa un assassino seriale spaventa la popolazione e tiene in scacco la polizia. 


La sua firma, una corona di spine e del sangue cosparso sulle vittime.


Il solo collegamento, un tema anonimo consegnato al professore di una scuola nei sobborghi della capitale dove il killer ha descritto dettagliatamente le sue gesta.


Poche piste e tutte portano al polizia in un buco nell’acqua.


Chi è davvero l’assassino senza volto e perché i suoi crimini sono così spietati, rabbiosi, quasi compiuti per vendetta!


Il detective Scott farà di tutto per far emergere la verità e proprio chi sembrava insospettabile sarà l’artefice di una vendetta sanguinaria.


Un libro scorrevolissimo quello che ha scritto Alessandro Lucino, con una buona trama e degli ottimi colpi di scena che però non mi hanno soddisfatta a pieno!


Ho trovato la costruzione della trama troppo “perfetta” facendomi sempre capire che stavo leggendo un libro senza darmi quel coinvolgimento che trovo leggendo questo genere di libri. 


Si vede che l’autore per la stesura di questo libro si è documentato parecchio (come lui stesso dice nelle note a fine lettura) e questo ha dato un di più al contenuto del romanzo rendendolo completo. 


Mi sarebbe piaciuto qualche colpo di scena in più che mi lasciasse senza fiato e una visione dal punto di vista dell’assassino per capire maggiormente il suo tormento.

La fine, triste ma giusta ha dato una degna conclusione al libro.


Sicuramente questo per l'autore è un punto d’inizio per proseguire la carriera da scrittore.

Non vedo l’ora di leggere altro!


❓E voi.. avete letto questo libro? Vi piace il genere? 

Quando leggete i thriller vi piace leggere più il punto di vista interno dei crimini, quindi quello dell’assassino o più quello esterno delle vittime?

Vi leggo volentieri nei commenti💕




Recensione "L'acqua del lago non è mai dolce" - Giulia Caminito

 




Titolo: L’acqua del lago non è mai dolce

Autore: Giulia Caminito

Editore: Bompiani

Genere: Narrativa contemporanea







Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d'acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall'indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino. Alla banalità insapore della vita, a un torto subito Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c'è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un'esistenza priva di orizzonti.


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Buongiorno lettori,

Oggi vi porto sul blog la recensione del libro vincitore del Premio Campiello di quest’anno.

Se non l’avete ancora capito, sto parlando di L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito.


Un libro duro che mette lo sguardo su una realtà sociale che tutt’oggi è presente in molti posti dell’Italia. Ma non è solo questo, in questo libro ci viene narrata la realtà familiare della protagonista e della sua famiglia con tutte le sue innumerevoli difficoltà.


Una realtà che ci viene sbattuta sin da subito in faccia, che ci mostra il degrado e il malessere della periferia, delle opere pubbliche incompiute e il malumore delle persone, che tanto si aspettano e nulla hanno.


Conosciamo la storia di questa famiglia attraverso la narrazione in prima persona della figlia, Gaia. Una cosa che mi ha fatto interrogare a fine lettura è stata la scelta dell’autrice di non far conoscere al lettore il nome della protagonista. Infatti ne veniamo a conoscenza quasi a fine lettura e credo sia per rafforzare la rabbia che ha la protagonista nei confronti della vita, della sua famiglia, degli amici. Quasi un modo per rinnegare la propria vita, la propria essenza con un nome che non la rappresenta per nulla e che sceglie di non utilizzare.


Ci troviamo a Roma nei primi anni duemila ed è qui che la storia si svolgerà in lungo e in largo nella provincia. Molti saranno infatti gli spostamenti che la famiglia deve affrontare per trovare una casa. Passando prima dalla tossica e malfamata periferia, poi ad un quartiere borghese fino alle rive del lago di Bracciano ad Anguillera dove si svolgerà la maggior parte della storia per concludersi nuovamente in Corso Trieste, nel quartiere elegante di Roma.

Nonostante tutti questi spostamenti, la condizione di povertà della famiglia rimane invariata.


Ma parliamo un pochino dei componenti della famiglia.


Ho trovato la figura della madre, Antonia, molto forte. 

Una donna sola che dopo la disgrazia successa al marito deve portare avanti la famiglia con i suoi soli sforzi, scendendo a patti con una vita crudele. La sua testardaggine, la sua dittatura, fanno si che Gaia la odi, non la sopporta. 

Ma la madre conta su di lei. Punta tutto sullo studio per rendere il futuro della figlia diverso dal suo. Migliore.

Peccato però che facendo così fa vivere la figlia secondo le sue esigenze, senza mai darle il giusto spazio, un po 'di affetto, amore.


Massimo, padre e marito, è una figura di sfondo nelle numerose case abitate dalla famiglia.

Un incidente sul lavoro (nero) in un cantiere edile lo ha reso paralizzato diventando dipendente dalla vita altrui, senza avere la possibilità di contribuire al benessere della famiglia che ricade tutta su Antonia che spesso e volentieri gli rinfaccia.


Ho apprezzato molto la figura di Mariano, fratello maggiore e figlio di un altro padre, viene mandato via di casa dalla madre ma nonostante questo ama la sua famiglia e la aiuta nei momenti di bisogno. 

La sua voglia di scoprire il mondo l’ha portato ad avere idee contrastanti con Antonia che l’hanno portato a vivere lontano da casa aderendo ad un gruppo anarchico e partecipando al G8 a Genova, senza fermarsi davanti a nulla.

Gaia era molto attaccata al fratello e l’allontanamento da parte della madre ha influito sul suo cattivo comportamento una volta ritrovata sola.


I due gemelli, i più piccoli di casa, sono ancora più di contorno del padre. Infatti sono sempre zitti, attaccati alla madre anche dopo essere cresciuti. Non hanno idee proprie ma vivono per soddisfare quelle della madre.


E infine Gaia.

La sua vita è piena di controsensi. Rabbia. Dolore. Voglia di amare ma paura di deludere e questo la porterà a stare sempre sola anche in compagnia.

Odia la sua famiglia per ciò che non hanno. Costretta a frequentare una scuola per ricchi sarà la migliore della classe ma non per suo volere.

Avrà numerose amicizie che però vedremo iniziare e finire in poco tempo.


Infatti ho trovato poco approfondite le storie dei vari personaggi, narrate fino ad un certo punto poi stroncate dalla narrazione per venire a conoscenza solo della fine della relazione, senza però darci indicazioni utili nel comprenderne lo svolgimento, come se il lettore fosse onnisciente.


Un altro punto che ho trovato poco approfondito è la parte sociale, visto il tema introdotto all'inizio del romanzo mi aspettavo qualcosa di più su questo tema all'interno del romanzo.


Anche lo stile non mi ha fatto impazzire. 

Diciamo che a stento ho terminato la lettura anche se non sono solita abbandonare i libri, perchè nonostante non trovi di mio gusto la lettura voglio arrivare alla fine per farmene un'opinione completa. Il fatto che abbia letto questo libro con un gruppo di lettura mi ha aiutato a terminarlo in un tempo breve e non trascurare la lettura per altre.


Inoltre nonostante la scorrevolezza della narrazione non ho apprezzato le numerose ripetizioni e gli elenchi infiniti di parole che invece di creare qualcosa di originale mi hanno distratto dalla lettura e il più delle volte annoiato.


❓Quindi non posso che chiedere a voi, 

amici lettori che avete letto questo libro e vi è piaciuto, 

datemi la vostra opinione in merito e ditemi cosa vi è piaciuto di questa lettura.

Per chi invece non lo ha letto, vi incuriosisce? Lo leggereste?

A che età avete avuto il primo telefono?

Vi leggo volentieri nei commenti💕




sabato 6 novembre 2021

Il maialino di natale - J.K.Rowling - Recensione lettura extra

 Hey Readers!!

Qui verrà recensita la lettura extra del mese di Ottobre!







Titolo: Il Maialino di Natale
Autore: J.K.Rowling
Editore: Salani Editore
Genere: Narrativa per ragazzi

Vi chiediamo di scrivere nel commento il nome che usate su facebook e la squadra di appartenenza per potervi assegnare il relativo bonus.

Jack adora il suo maialino di pezza, Mimalino, detto Lino. È sempre lì per lui, nei giorni belli e in quelli brutti. Una vigilia di Natale, però, succede una cosa terribile: Lino si perde. Ma la vigilia di Natale è il giorno dei miracoli e delle cause perse, è la notte in cui tutto può prendere vita... anche i giocattoli.
Jack e il suo nuovo pupazzo, il Maialino di Natale (fastidioso sostituto fresco di negozio), si imbarcano in un piano audace. Insieme intraprenderanno un viaggio mozzafiato nella Terra dei Perduti, dove ‒ con lʼaiuto di un portapranzo parlante, di una bussola coraggiosa e di un essere alato di nome Speranza ‒ cercheranno di salvare il miglior amico che Jack abbia mai avuto dal terribile Perdente: un mostro fatto di rottami che divora ogni cosa…


Dal genio creativo di J.K. Rowling, una delle più belle storie di Natale mai scritte, piena della tenerezza irresistibile dellʼinfanzia di fronte al grande mistero della perdita. L’affettuosa, inesauribile fantasia dell’autrice e la compassione verso le persone e gli oggetti amati che assorbono i sentimenti umani sono la celebrazione del calore della famiglia, del prendersi cura e del sentirsi capiti e della autentica sostenibilità delle cose.
Con le bellissime illustrazioni del pluripremiato artista Jim Field, Il Maialino di Natale è destinato a diventare un classico amato da adulti e bambini.

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Buongiorno lettori,


Vi porto oggi sul blog una lettura natalizia - anche se leggermente in anticipo - ma non ho resistito nel leggere il nuovo e tanto chiacchierato libro della Rowling “Il maialino di Natale”.

Sono sicura che la maggior parte di voi lo abbia visto esposto nelle librerie o biblioteche, ne ha sentito parlare da qualcuno o visto in giro qualche recensione su questo libro, se non addirittura letto anche voi!


Come potete immaginare tutto ciò che scrive la Rowling diventa subito interessante per i lettori amanti della saga di Harry Potter e anche questa lettura per bambini che regala tanta magia e amore non è da meno!


Il nostro protagonista è Jack, un bambino curioso e tranquillo che ha come migliore amico un maialino di pezza. Mimalino, detto Lino, è da sempre con lui, lo sostiene nei momenti difficili, lo abbraccia quando ne ha bisogno e gli asciuga le lacrime quando è triste.

Lino è fondamentale per Jack ma anche Jack lo è per Lino, sono inseparabili! 


Il suo odore familiare è ristoratore per l’anima del bambino soprattutto ora che i genitori si sono separati e la madre si è risposata con un uomo che ha una figlia, Holly, diventata a tutti gli effetti la sorellastra di Jack.

Holly però è scontrosa, diversa da come la conosceva Jack a scuola e molto spesso litiga con il bambino per un nonnulla. 


Una di queste litigate sfocerà con la scomparsa di Lino proprio alla vigilia di Natale e Jack si dispererà piangendo e rimanendo solo nella sua stanza per ore senza voler vedere nessuno.


Per rimediare al danno fatto Holly va al negozio di giocattoli e compra un maialino di pezza identico a Lino ma Jack non lo accetta.

Lino non è sostituibile, il suo odore non è imitabile e il suo amore non avrà eguali a nessun altro. 


Così Jack ancora disperato non sa che alla vigilia di Natale i miracoli possono accadere e molto presto si troverà immerso in un mondo magico dove le Cose parlano, hanno una loro città e un cattivo che le divora se non rispettano le regole della Terra dei Perduti.


Con l’aiuto del nuovo maialino di Natale, sostituto di Lino, Jack affronterà pericoli e avventure, incontrerà amici che lo aiuteranno e nemici che lo vogliono far mangiare ma la cosa fondamentale che troverà è la consapevolezza dell’amore, comprenderà - come solo i bambini riescono - il dolore della perdita e la sua elaborazione.


Un libro dolce e tenero che con un pizzico di magia insegna ai bambini che ciò che perdono rimarrà sempre nel loro cuore, che un amore perso non si può sostituire certo, ma ci saranno altri amori ad irradiare di luce e amore la loro vita.


Una storia che entrerà a far parte del classico di natale, che ogni anno i bambini vorranno leggere e che, una volta che verrà prodotto il film animato - che secondo me ci starebbe benissimo - guarderanno all’infinito.

Mi ha fatto pensare un pochino al cartone di Toy story dove i giocattoli prendono vita. 


La narrazione poetica che l’autrice utilizza incanta sin dalla prima pagina stregando grandi e piccini alle sue pagine fino alla fine della storia che si conclude nel modo migliore, per tutti!


Questa storia mi ha ricordato un racconto che scrissi diverso tempo fa, di giocattoli che si animano e mi ha riportato alla mente un pupazzo di pezza simile a Maialino di Natale. Ma il giocattolo che mi ha riportato più di tutti alla memoria è stato il mio bambolotto che da bambina non lasciavo mai e portavo sempre con me così come fa Jack con il suo Lino.

E mi ha ricordato un episodio che è passato alla storia nella mia famiglia di quando il bambolotto ormai sporco e bisognoso di una lavata ha dovuto fare il suo primo viaggio in lavatrice e io, troppo piccola per capirlo, ho fatto tutto il lavaggio attaccata all'oblò della lavatrice a piangere disperata pensando che il mio bambolotto stesse affogando senza voler sentire ragioni da nessuno.


E’ sempre bello quando un libro ti fa rivivere degli episodi della vita che hai quasi scordato e quindi non posso che essere contenta doppiamente per aver letto questo libro di cui consiglio la lettura a tutti. 

Soprattutto a quei bambini che non amano leggere, ne rimarranno stregati!


❓E ora vi chiedo

Avete letto questo libro? Vi ha riportato alla memoria antichi ricordi?

Da bambini anche voi avevate un pupazzo preferito?

Vi leggo volentieri nei commenti💕




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��Book Bloggers ��Elettra e Febe ↙️ Siamo due amiche divoratrici di libri che hanno deciso di condividere la loro passione per tutto quello che riguarda la lettura ▶️ Recensioni~Curiosità~Libri~Film

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