Buongiorno amici lettori 💙
Oggi vi parlo drl libro di Joyce Carol Oates "Zombie" che ho ascoltato su audible per una challenge di lettura.
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Zombie non è una lettura: è un’esperienza che ti spiazza per la sua crudeltà!
Ispirato liberamente alla figura di Jeffrey Dahmer, il romanzo segue la voce di Quentin P. – Q. per chi gli sta intorno – un uomo all’apparenza normale, problematico ma “gestibile”, come si ostinano a ripetere famiglia e terapeuti.
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La verità? Q. vive per un unico, ossessivo progetto: creare il suo “zombie”, uno schiavo completamente sottomesso, ottenuto tramite esperimenti chirurgici rudimentali e agghiaccianti.
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Joyce Carol Oates ci trascina nella sua mente, scritto come il diario di Q., con una voce frammentata, gelida, priva di qualsiasi empatia. Ed è proprio questo che colpisce: la banalità con cui il male può mascherarsi, muoversi, farsi spazio nella quotidianità senza essere visto.
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Quello che ho trovato più inquietante, però, non è la violenza in sé, ma la normalità con cui Q. la racconta. La banalità del male, nuda e cruda.
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E il fallimento di chi gli è attorno: famiglia, terapeuti, sistema giudiziario. Tutti preferiscono credere alla maschera del bravo ragazzo “un po’ perso”, senza vedere l’abisso che hanno davanti.
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Una lettura scomoda, claustrofobica e terribilmente umana nel suo ritratto della psicopatia.
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👉🏼Se cercate una storia che rimanga impressa nell'anima, Zombie sa come farlo, se siete impressionabili, meglio lasciar perdere!
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❓E ora vi chiedo.. conoscete questo titolo?
Vi piacerebbe leggerlo?
Siete lettori impressionabili?
Vi leggo volentieri ✨
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La vostra Febe 💙
#lesorelledinchiostro
