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martedì 30 novembre 2021

Recensione "Un tempo gentile" - Milena Agus


 



Titolo: Un tempo gentile

Autore: Milena Agus

Editore: Nottetempo

Genere: Narrativa contemporanea







In un piccolo paese dell’entroterra sardo, nel Campidanese, le vite degli abitanti procedono senza troppe scosse, riparate dai muri grigi delle case rimodernate con blocchetti di cemento e arrese alle monocolture di carciofi e biomasse. Un paese “perduto”, con le erbacce nei giardini e senza più vocazione, che si è arenato su una secca e dimenticato del mondo che lo circonda. Finché non arrivano “gli invasori”: una manciata di migranti che vengono da lontano e di volontari che li accompagnano, destinati a sistemarsi nel Rudere, una casa abbandonata con le finestre sgangherate aperte sulle colline. Lo sconcerto assale tutti, paesani e invasori: “Non era questo il posto”, si ripetono da entrambe le parti – l’una spaventata da quella novità indecifrabile piovuta all’improvviso da chissà dove, l’altra catapultata in quel “corno di forca di paesino sardo” dove i treni non si fermano più. Ma la vita, anche quando sembra scivolare nell’insensatezza, è sempre aperta al futuro, è sempre un “fare, disfare e rifare”. E se nel tempo imprevedibilmente gentile di quello strano consorzio umano gli orti tornano a germogliare, il Rudere a popolarsi, le emozioni a dilagare, qualche traccia di nuovo resterà comunque a cambiare i colori delle cose.


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Buongiorno lettori,

Oggi vi porto sul blog la recensione di una lettura che ho fatto grazie al gruppo di lettura del mio paese. Il libro in questione è quello di Milena Agus “Un tempo gentile”.

Non conoscevo questa autrice sarda né nessun suo scritto quindi questa lettura è stata per me una scoperta.


Già dalla trama e dalla copertina del libro si intuisce l’argomento principale di questo libro.

I migranti.

Questo gruppo di persone accompagnato da dei volontari arriverà in questo paesino dell’entroterra sardo dove sconvolgerà la quotidianità del paese.


In piedi, davanti all’armadio, pochi giorni prima avevamo pensato al guardaroba, estate sopra, inverno sotto. Finito il lavoro provammo la soddisfazione che ogni cosa fosse al suo posto, e invece da allora in poi non sarebbe stato piú a posto niente. Gli invasori arrivarono e ci colsero impreparati.

Se l’avessimo saputo, davvero il cambio degli armadi sarebbe stata l’ultima cosa.

Si gettarono nelle strade del nostro paesino e fu chiaro per tutti noi che aver stirato le lenzuola, reso brillanti i pavimenti, strofinato le pentole e i rubinetti fino a farli diventare luccicanti era stato inutile e le lampade, i piatti, le tazze, i mobili, i libri, i vestiti, le scarpe, le sedie, le poltrone, insomma, le cose di sempre, erano adesso, nell’incombente catastrofe, ridicole e prive di senso. Ed era soltanto ieri.


Ho voluto inserirvi l’incipit del libro per farvi comprendere meglio cosa intendo dire per sconvolgimento che sin dalla presentazione si intuisce.


Immaginate un paesino dimenticato da tutti. Diventato addirittura una frazione, senza scuola propria, medico e sindaco, anche i treni non si fermano più nella stazione, dipendenti per tutto dal paese limitrofo, si vedono invasi nel loro piccolo da queste persone straniere.


D'altra parte anche gli stranieri non sono felici.

Non era lì che gli avevano promesso che sarebbero stati mandati ma “in una vera città” non in un paese decadente, composto solo da vecchi e pieno di erbacce.

E la sistemazione poi.

Un vecchio rudere ormai abbandonato dagli abitanti del paese con le finestre sgangherate e piene di spifferi.


Eppure questo sconvolgimento metterà di nuovo in moto le persone del paese portando allegria e novità per il futuro.

Non a tutte certo, alcuni sono arrabbiati per questa invasione, altri ancora si arrabbiano con chi familiarizza con loro ma alcuni, i più temerari - e ricchi di amore nel cuore - come le donne del paese, li aiutano, gli prestano le loro cose, disobbediscono ai mariti e vanno a trovarli ogni giorno fino a riorganizzare i vecchi orti insieme e il campetto da calcio.


Proprio quando la convivenza stava andando per il meglio però per gli stranieri arriva la notizia del loro spostamento. Tutti sono felici, alcuni più di altri ma nei loro cuori, così come in quello degli abitanti che li hanno accolti, aleggia la tristezza e questa esperienza sarà ricordata come un breve tempo gentile passato insieme.


Un racconto davvero gentile quello che l’autrice descrive nel suo libro, forse fin troppo per sembrare vero. Attraverso la sua scrittura l’autrice riesce a parlare di un argomento sgradevole e molto complesso - a cui ogni giorno siamo sottoposti - in modo lieve e con parole che quasi sorprendono.


La narrazione è scorrevolissima, il libro si legge tutto d’un fiato nonostante tratti un argomento così importante come l’integrazione. Il punto di vista narrativo è prettamente femminile, infatti apprendiamo l’accaduto come un resoconto attraverso gli occhi delle donne del paese.


La fine, prevedibile per gli stranieri, dà una nuova speranza alla piccola comunità, quasi un augurio di rinascita per il futuro.

I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno ha una sua storia e attraverso questo episodio di vita comune molti di loro riescono a crescere, comprendersi e maturare.


Una lettura breve ma densa di significati su cui prendere numerosi spunti di riflessione quindi non posso che consigliarvi la sua lettura!


❓E ora vi chiedo.. 

Conoscete l’autrice? Avete letto questo libro?

Leggete libri con questo tema?

Vi leggo volentieri nei commenti💕



lunedì 29 novembre 2021

Recensione "Furore" - John Steinbeck

 




Titolo: Furore

Autore: John Steinbeck

Editore: Bompiani

Genere: Narrativa contemporanea



Pietra miliare della letteratura americana, "Furore" è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l'anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell'opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell'odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un'intera nazione. L'impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria "come un marchio d'infamia". Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell'uomo contro l'ingiustizia, "Furore" è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.


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Buonasera lettori,

Vi porto sul blog oggi una delle letture migliori che ho fatto quest’anno.

Sto parlando del libro di Steinbeck “Furore” dove il lettore viene catapultato in un’America di inizio secolo dove le persone costrette ad abbandonare la loro terra, la loro casa e a cercarsi un lavoro altrove, percorre miglia su miglia per una mera utopia.


In questo tomo di ben seicento pagine - mai pesanti e sempre interessanti - affianchiamo la famiglia Joad nella sua migrazione. Questa sarà una famiglia esempio che Steinbeck prende in esame per il suo libro. Una famiglia come tante che in quel tempo ha compiuto quello spostamento in cerca di fortuna, lontana dal conforto di una luogo caro, per la ricerca di un lavoro per sostentare la famiglia.


Ed è proprio per questo motivo che la famiglia Joad è costretta a migrare.

La loro terra ormai non sta dando profitto. I trattori che i grandi proprietari terrieri utilizzano per la lavorazione della terra lavorano il doppio e rendono ancora di più e il lavoro nei campi ormai non è pagato abbastanza per sostenere una famiglia.


“Il trattorista sedeva sul suo seggiolino di ferro ed era fiero di quelle linee dritte che non dipendevano da lui, fiero di quel trattore che non possedeva né amava, fiero di quel potere che non aveva modo di controllare. E quando quel raccolto cresceva e veniva mietuto, nessun uomo aveva sbriciolato nel palmo una sola zolla, né lasciato stillare tra le dita la terra tiepida. Nessun uomo aveva toccato i semi, o agognato la crescita. ”


Quindi senza più una casa e con poco più di sessanta dollari, la famiglia Joad al completo si mette in marcia verso la California, luogo dove si dice ci sia lavoro per tutti. Voce avvalorata dai numerosi volantini che sempre più girano tra la gente.


Ma la verità è ben differente dall’illusione che migliaia di americani si erano fatti.

Arrivati nella terra promessa non sarà di certo un lavoro sicuro e ben pagato come gli era stato detto ad aspettarli ma tanta fame, sfruttamento e discriminazione.


Così noi, spettatori di tanta ingiustizia e crudeltà, non possiamo far altro che leggere pagine su pagine nella speranza che i Joad - e tanti come loro che incontriamo nel corso della lettura - trovino il tanto agognato lavoro. Un lavoro vero che rispecchi le aspettative della famiglia, che porti alla dignità i suoi lavoratori e che garantisce un pasto caldo e una casa confortevole a tutti i componenti del nucleo familiare.


“Le strade pullulavano di gente assetata di lavoro, pronta a tutto per il lavoro. E le imprese e le banche stavano scavandosi la fossa con le loro stesse mani, ma non se ne rendevano conto. I campi erano fecondi, e i contadini vagavano affamati sulle strade. I granai erano pieni, e i figli dei poveri crescevano rachitici, con il corpo cosparso di pustole di pellagra. Le grosse imprese non capivano che il confine tra fame e rabbia è un confine sottile. E i soldi che potevano servire per le paghe servivano per fucili e gas, per spie e liste nere, per addestrare e reprimere. Sulle grandi arterie gli uomini sciamavano come formiche, in cerca di lavoro, in cerca di cibo. E la rabbia cominciò a fermentare.”


Ogni pagina letta, ogni nuova vicenda, il lettore spera in un miglioramento, in un miracolo che però tarda ad arrivare. Sono più le rogne che le famiglie si trovano ad affrontare che le gioie da festeggiare.


Un libro crudo. Amaro. Duro e doloroso. Non molto lontano da ciò che ancora accade ai giorni nostri, dove il lavoro e lo sfruttamento vanno a braccetto e la gente è costretta a migrare, abbandonare familiari e la propria terra natia per un’illusione che molto spesso è infondata e non troverà mai radici.


Come vi ho detto all’inizio la mole di questo libro è stata inesistente una volta che ci si è addentrati nella sua familiarità, anzi sono arrivata all’ultima pagina vogliosa di un altro tanto di pagine per proseguire la storia.


La scorrevolezza della storia è proporzionale alla curiosità del lettore: l’imminente viaggio, la risoluzione di faccende pratiche come la preparazione della cena o pranzo, nel cercare la legna o aggiustare il furgone per partire. Nel tenere insieme la famiglia, gestire tutte le esigenze quando si è in viaggio non è semplice ma i Joad con la loro praticità e lo spirito di adattamento lo hanno fatto aiutando anche altri nel loro cammino.


I personaggi sono talmente ben caratterizzati che quasi credi di conoscerli da sempre, ogni dolore della famiglia lo accusa anche il lettore, ogni sofferenza che Steinbeck aggiunge ai protagonisti il lettore non può che sentirla e sperare si risolve nel migliore dei modi.

Anche le descrizioni sono dettagliatisime e lasciano poca immaginazione al lettore talmente sono vivide che sembra si stia guardando un film.


L’alternanza di capitoli descrittivi che disegnano e illustrano al lettore la condizione economica e sociale di quel tempo danno un'aggiunta in più al quadro già presente che si intravvede nei capitoli delle avventure della famiglia Joad.


Due sono i personaggi che più di tutti mi sono entrati nel cuore. Molto simili tra loro, madre e figlio sono i pilastri della famiglia.

Mà Joad, donna testarda e determinata tiene unita la famiglia con la sua autorità nei momenti indispensabili. Non perde mai la lucidità anche nei momenti peggiori e cerca di reagire e far reagire gli altri.


“Per l’uomo la vita è fatta a salti: se nasce tuo figlio e muore tuo padre, per l’uomo è un salto; se ti compri la terra e ti perdi la terra, per l’uomo è un salto. Per la donna invece è tutto come un fiume, che ogni tanto c’è un mulinello, ogni tanto c’è una secca, ma l’acqua continua a scorrere, va sempre dritta per la sua strada. Per la donna è così ch’è fatta la vita.”


Così anche il maggiore dei suoi figli, Tom, uscito di prigione giusto in tempo per congiungersi nell’imminente partenza della famiglia, con la sua determinazione cerca di aiutare in tutti i modi la famiglia anche a costo di macchiarsi le mani.


La cosa che più mi ha colpito di questo libro è la forza che queste persone hanno trovato per affrontare questo viaggio. Non solo fisica ma anche mentale e psicologica. Le continue discriminazioni, i soprusi, maltrattamenti, le umiliazioni e la perenne ricerca di un tozzo di pane. Tutto questo malumore che piano piano è cresciuto, mutato, aumentato a dismisura fino a trasformarsi in furore. 

Furore come il titolo che rappresenta quest’opera. 


“Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.”



Una lettura che ti entra nel cuore, ti fa riflettere e ti torna in mente dopo tempo non per una morale precisa - infatti non c’è nè morale nè scopo - ma per la realtà di ciò che è realmente accaduto e che ciclicamente accade alla storia dell’uomo.


Quasi un fermo immagine di un periodo storico difficile della storia che anche oggi torna attuale e riconoscibile nei migliaia di migranti che con altrettanti mezzi sgangherati e di fortuna attraversano il mare in cerca di una vita differente da quella che vivono nel loro paese, che ormai non li sostenta più.


“Gli uomini mangiavano ciò che non avevano coltivato, non avevano legami con il loro pane. La terra partoriva sotto il ferro, e sotto il ferro a poco a poco moriva, perché non era stata amata né odiata, non aveva attratto preghiere né maledizioni.”


Un capolavoro indubbiamente. 

Un capolavoro che spero di aver presentato in maniera da spingere chi ancora non l’ha letto a farlo.

Dedicategli il vostro tempo e verrete ripagati.

Da leggere almeno una volta nella vita.


❓E ora vi chiedo..

Avete letto questo libro? Se si cosa vi ha colpito di più?

Avete mai affrontato un lungo viaggio in macchina?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


Recensione "Cotton Candy Hair" - Elettra Petricola

 




Titolo: Cotton Candy Hair

Autore: Elettra Petricola

Editore:  Independently published

Genere: Romanzo rosa








Brandon Harris è bello e popolare, star del Football team, circondato sempre dai compagni

e da belle ragazze e non potrebbe desiderare altro.

Però un venerdì sera durante una festa incontra lei, Mia, una ragazza alta, sexy e dai capelli

rosa pastello. Tra i due scoppia la passione in una notte, eppure, la mattina seguente,

Brandon non ricorda più nulla...e forse è meglio così.

Joel Stern non è mai stato popolare, studente di scienze naturali e di origini

ebree ha sempre tentato di tenere il profilo basso. Dal passato dolente ha compreso che

è meglio essere discreto . Però lui sa di quella notte, sa cosa è successo o forse lo

nega per paura della reazione di Brandon.

Un venerdì sera…

una ragazza misteriosa…

troppo alcol…

e un’identità da scoprire…

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Buon pomeriggio lettori,

Oggi vi porto sul blog la recensione di un romance diverso da quelli che abitualmente leggo, infatti questa è una storia LGBTQI+ una novità nelle mie letture.

Una storia dolce e a tratti troppo bella e semplice per essere vera con un finale da film.


La storia vede protagonisti due ragazzi che frequentano la stessa università e che per un caso - o meglio qualche bicchiere di troppo - si incontrano ad una festa, si piacciono e finiscono a letto insieme.


La particolarità di questo incontro sta nel fatto che Joel quel giorno, spinto dalla sua migliore amica d’infanzia Tiana a sentirsi se stesso, va alla festa vestito da donna e trasformato in Mia.


Nessuno lo riconosce e se inizialmente si sente a disagio, con qualche bicchiere di vodka alla pesca l’imbarazzo si trasforma in voglia di divertirsi e il ragazzo si butta in pista.

Qui incontra Brandon Harris, il suo sogno da quando ha iniziato a frequentare l'università.


Brandon è il giocatore di punta di football dell’istituto, bello, popolare e sempre in compagnia di amici e ragazze. Non dovrebbe essere alla festa, la sessione degli allenamenti è in pieno svolgimento e il coach non vuole distrazioni per la partita imminente ma appena vede la ragazza dal caschetto rosa pastello non riesce più a ragionare e avvicinandosi a lei inizia a corteggiarla.


Ballano, bevono, si divertono e poi nonostante Brandon non dovrebbe farlo, porta la ragazza in camera sua. Lì Mia cerca di avvisare il compagno chi è realmente ma Brandon spogliandola se ne accorge da solo.


Ma questo non lo ferma.


La mattina dopo Joel si sveglia in un letto sconosciuto. Appena riesce a connettere si accorge dove e con chi è e si appresta a tornare in camera sua dove la sua migliore amica lo attende, preoccupata. Qui le racconterà quel poco che ricorda della sera precedente che a causa dell’alcol è tutto molto vago.


Anche Brandon una volta svegliato non ricorda nulla della sera precedente se non l’odore di mandorla della ragazza misteriosa e il suo sapore di vodka alla pesca.


Ci vorrà un giorno intero ai due ragazzi per ricordare l’intero accaduto.

Uno, per accettare quel che è realmente accaduto, l’altro per non darsi false speranze come in passato.


Poi la domenica, sotto consiglio di Tiana e del compagno di stanza, Joel si dirige in camera di Brandon per parlare e rivelarsi mentre Brandon in quello stesso momento è impegnato a cercare nel database della scuola quegli occhi che gli hanno fatto perdere la testa.


Cosa succede in quella stanza non vi è dato saperlo, cari lettori, se volete scoprirlo però potete sempre leggere il libro di Elettra e scoprirlo da soli!


Io voglio ringraziare la carissima Elettra Petricola che mi ha inviato la copia di Cotton Candy Hair e che per un pomeriggio mi ha fatto vivere una storia diversa dal mio solito ma ugualmente carica di emozioni. Grazie ancora.💙


Per il resto cosa posso dirvi, come avrete notato la lettura è scorrevolissima e in due ore questa storia dolce si legge benissimo. La scrittura è lineare e sempre chiara anche se non ho apprezzato la ripetizione continua degli appellativi che l'autrice utilizza per identificare i due ragazzi. Abbiamo i due punti di vista dei principali protagonisti che si intervallano e l’arco della storia si svolge in soli tre giorni. Abbiamo anche un flashback che ci racconta una vicenda triste del passato di Joel.


Come la stessa autrice scrive alla fine in un postscritto, questa storia è nata come un breve racconto per un contest che poi l’autrice ha rielaborato e allungato. Essendo quindi un episodio di una storia che potrebbe essere molto più grande e sviluppata, i personaggi non sono molto caratterizzati ma in questo caso questo non compromette la struttura della storia. Ho trovato ben caratterizzati invece i sentimenti soprattutto di Joel, la sua vulnerabilità e quanto si affidi al giudizio dell’amica.


Tiana infatti è la migliore amica che tutti dovrebbero avere.

Conosce Joel dall’infanzia e conosce da sempre il suo orientamento sessuale. Lo aiuta in tutto, gli dà consigli e non lo fa mai sentire solo anche quando si chiude a riccio. 

Ciò che ha passato Joel è fonte di preoccupazione per l’amica che ha paura si possa ripresentare in futuro e controlla più del necessario l’amico.


Come ho detto all’inizio questa storia è troppo bella e si svolge in modo troppo semplice e veloce per essere vera però mi ha messo molta felicità e spensieratezza addosso come solo l'amore sà fare e spero che più storie così possano avverarsi sul serio anche nella vita reale💖.


La comprensione e la bontà, l’amore e la gentilezza aggiunti alla paura di soffrire creano un bellissimo mix che se leggerete questo libro vi accompagnerà per qualche ora.


Mi sarebbe piaciuto leggere di più su questi personaggi, ho trovato la storia molto dolce e carina e abbandonarli così presto mi è dispiaciuto ma ne ho adorato ogni singola parte quindi non posso che consigliarvi la sua lettura!


❓E ora vi chiedo…

Vi ho incuriosito? Leggete storie con queste tematiche?

Siete più da feste scatenate o party contenuti?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


martedì 23 novembre 2021

Recensione "Una single in fuga" - Beatrix Pezzati

 




Titolo: Una single in fuga

Autore: Beatrix Pezzati

Editore: Self Publishing

Genere: Narrativa, Romanzo Rosa






Emma è una ragazza che scappa da se stessa e dai continui fallimenti, mentre insegue l’amore e la realizzazione personale.

Tra cadute e colpi di fortuna capirà che solo cambiando se stessa potrà cambiare il suo destino e trovare l’ingrediente segreto della felicità.

Una single in fuga è un romanzo rosa di formazione nel quale amore, amicizia e famiglia sono i temi dominanti di una trama movimentata, ambientata a Londra e nell’isola di Maiorca e raccontata con il filtro dell’ironia.


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Buongiorno cari lettori,

Oggi vi porto sul blog un romanzo fresco e ironico dove l’autrice attraverso la sua protagonista ci insegna a non mollare mai davanti alle sconfitte della vita ma a rialzarsi e combattere, sempre!


Sto parlando del libro di Beatrix Pezzati "Una single in fuga" che ringrazio per la copia in omaggio e l’opportunità di leggere la sua storia.💙


Emma Applewhite è una ragazza trentenne che vive a Londra. E’ single e lavora come segretaria, ama la sua famiglia e le amiche con le quale esce spesso a bersi qualcosa. Emma ha la passione della pasticceria e prepara dei dolci deliziosi che tutti i suoi familiari e amici adorano. Il suo segreto è un vecchio e antico ricettario da cui prende ispirazione.


Sin da subito capiamo che Emma non è molto fortunata e anzi le capitano tante situazioni incredibili al limite del possibile. Infatti il libro inizia con il fallimentare appuntamento di San Valentino con Wilburn, l’ormai ex ragazzo, che per fare una cosa carina e originale prenota un giro in mongolfiera dove le chiede di sposarlo.

Peccato che Emma soffra di vertigini e una volta saliti in alto il tempo precipita, così come l’anello di fidanzamento. Questo per la coppia segnerà l’inizio dei litigi e l’inevitabile rottura.


Per Emma sarà difficile riprendersi da questo fidanzamento mancato e faticherà a dimenticare Wilburn che molto spesso le torna in mente rivangando i bei ricordi.

Dopo la rottura però si consola con la pasticceria, dove trova il giusto conforto.


"Amo cucinare e mangiare dolci. Mi aiuta ad abbandonare i dispiaceri nel mare della vita, come vecchie scialuppe cariche di brutti ricordi che, perdendosi alla deriva, si allontanano per sempre dalla mia esistenza. Anche se quelli più facoltosi da abbandonare riguardano Wilburn."


Nonostante tutto l’impegno che Emma ci metta, anche al lavoro non va come dovrebbe e viene presto licenziata, non riesce nemmeno a passare l’esame di guida anzi è un pericolo per lei e il prossimo e viene allontanata a forza da tutte le scuole guida del Paese ma non solo, non pagando da mesi l’affitto il padrone di casa le ha dato lo sfratto.


Emma è sempre più disperata e non sa dove sbattere la testa. Peccato che ai suoi amici e familiari faccia credere che la sua vita vada a gonfie vele e che addirittura abbia superato l’esame di guida.


Ma un’eredità inaspettata le fa tirare un sospiro di sollievo. La tanto amata zia nel suo testamento la nomina unica erede di un notevole patrimonio e nonostante non abbia un lavoro la lista di obiettivi di Emma è bella lunga.


Convinta da un uomo che sta frequentando a fare un investimento con la sua eredità, ben presto Emma si accorge di essere stata truffata e dopo una corsa nell’isola di Maiorca Emma può dire addio alla sua eredità, tornando triste, povera e single e costretta a dire la verità a tutti, anche sola.


Un breve periodo dall’amata nonna però la fa crescere e maturare, capendo che le bugie hanno le gambe corte e se vogliamo che una situazione muti dobbiamo rimboccarci le maniche e far sì che cambino come noi vogliamo, cambiando soprattutto il nostro modo di porci alle situazioni. Solo così si può maturare e avere una nuova visione della vita, per vivere meglio noi e chi ci ama.


Un romanzo molto scorrevole e leggero, pieno di ironia e avventure movimentate che però danno il giusto condimento alla storia. Molti colpi di scena mi hanno lasciato senza parole, molto originali e carini!


Ho apprezzato molto che attraverso la preparazione dei dolci la protagonista trovi conforto, le attività manuali danno sempre modo di far uscire la nostra parte creativa ed Emma ne è la prova.

La sottotrama del ricettario antico, la sua storia e la sua fine mi è piaciuta molto. Mi piacerebbe provare qualche ottima ricetta che l’autrice ha inserito nella narrazione, sono sicura siano fantastiche e deliziose.


Che dire infine della conclusione.

Quando le cose si fanno senza interesse è vero che ti torna sempre del buono, così la decisione di Emma, dopo una vita movimentata all’insegna delle sfighe, l’ha ripagata in buono.


Bellissimo il rapporto che Emma ha con le amiche, la riammissione nel gruppo dopo tutte le bugie di Emma è stato un pezzo che mi ha toccato il cuore.


Non posso che consigliarvi la lettura di questo libro. Se volete passare qualche pomeriggio in compagnia di Emma, tifando con lei e aspettando che sforni delle delizie, non vi resta che intraprendere questa lettura, oltretutto ideale per questo periodo natalizio!!!


❓E ora vi chiedo… 

Vi ho incuriosito? Vi piace cucinare dei dolci? 

Cosa fate quando avete un periodo particolarmente triste, come riuscite a superarlo?

Vi leggo volentieri nei commenti💕





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