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martedì 22 giugno 2021

Recensione "Dietro la maschera" - Pasquale Dente

 




Titolo: Dietro la maschera

Autore: Pasquale Dente

Editore: Independently publisher

Genere: Narrativa contemporanea







Dietro la maschera, un romanzo che rinnova e sorprende il panorama editoriale assumendo un titolo significativo e al contempo enigmatico, rappresentante la dolorosa realtà, che stiamo attraversando a causa della pandemia Covid 19. Un virus letale che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo. L’autore dedica a questo buio periodo esistenziale e mondiale una storia con protagonista Lucia, a sua volta voce narrante, che lavora come infermiera e descriverà appunto l’ambiente professionale con profonda autenticità. Insieme a Lucia ci sono altri personaggi rappresentati da giovani ragazzi, suoi coinquilini, migrati come lei al nord Italia per cercare fortuna. La protagonista inizia a sentire il boom di notizie sull’espandersi del virus quando è in vacanza in Egitto, per poi tornare a casa e vivere direttamente sulla propria pelle tale inferno. All’improvviso il mondo di tutti cambia, soprattutto quello delle nuove generazioni e degli attuali giovani, che dovranno sacrificarsi per rinunciare alla vita sociale, ai divertimenti e anche agli abitudinari gesti (carezze, abbracci, saluti, baci) tra amici e familiari. Mascherine, guanti e gel igienizzante diventeranno i continui compagni della vita di tutti i giorni. Il titolo fa un evidente richiamo alla vita che si cela dietro la mascherina chirurgica, con amori incompresi, amicizie, e paure varie che non trapelano oltre questo pezzo di stoffa.Il finale a sorpresa è un evidente messaggio lanciato dall'autore che vuole far riflette il suo pubblico.


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Il prezzo finale non subirà alcuna variazione nè incrementi di prezzo.


Ho letto questo libro grazie alla collaborazione con l’autore che gentilmente mi ha inviato la copia in digitale del suo libro e che ringrazio per questa opportunità avendomi dato l’occasione così di poter conoscere la storia che ha creato e la sua protagonista Lucia.


Lucia è un'infermiera che lavora nel reparto intensivo dell'ospedale di Bergamo.

Quando sente le prime notizie del Coronavirus lei e alcuni amici sono in vacanza in Egitto.

Inizialmente la maggior parte di loro, compresa Lucia, crede che questo virus, come gli altri virus, sia una semplice influenza stagionale, qualcosa di passeggero e non preoccupante e non gli danno molto peso ma una volta tornati in Italia ciò che trovano gli farà cambiare ben presto opinione.


Grazie al lavoro che fa Lucia nel reparto di terapia intensiva, vediamo attraverso i suoi occhi quanto è distruttivo e pericoloso il Covid-19 e quanto una cosa naturale e scontata come respirare sia impossibile una volta che questo virus ti colpisce.


Leggere questo libro sotto pandemia, perchè anche se siamo ormai in zona bianca e con i contagi sono al minimo il pericolo c’è sempre e non va sottovalutato, non è stato semplice. 


Mi sono immedesimata nei panni della protagonista, e di tutti i medici e infermieri che hanno e ancora lavorano contro questo virus, affrontare lo stress di dover lavorare sotto pressione contro un nemico invisibile e che miete vittime a milione nel mondo, mi sono trovata ad immaginarmi un turno di lavoro con la difficoltà ulteriore di lavorare tutti bardati con i dispositivi anti contagio che non sempre sono sufficienti - vedremo infatti anche la protagonista che viene contagiata - ma non solo.. 

Gli strascichi che lascia emotivamente, fisicamente e mentalmente una malattia del genere.


La morte di un amico, un parente o un semplice paziente che, in questo caso per la protagonista, è un’ulteriore pressione da superare.


E’ stato interessante, e ben riuscito, l’intento dell’autore nel narrare la storia dal punto di vista femminile creando un personaggio veritiero e credibile sotto tutti gli aspetti soprattutto in ambito lavorativo in quanto anche l’autore è un infermiere di terapia intensiva e ha vissuto sulla propria pelle ciò che a noi racconta sotto forma di romanzo. 


L’epilogo inaspettato e sorprendente ha mostrato la fragilità della mente umana. Di come il carico emotivo di un periodo stressante aggravato dallo stress per il lavoro in prima linea e aggiunto al non andare d’accordo con tutti i coinquilini ha sfociato in un a conclusione inaspettata.


Con questo l’autore vuole mettere in evidenza il fatto che dietro le maschere ci sono persone in carne ed ossa e non eroi che sfiancati dal lavoro sono costretti a turni doppi per fronteggiare la mancanza di organico e che prima vengono osannati e poi dimenticati da tutti. 


La pressione di questo periodo di restrizioni ha influenzato negativamente le menti di molte persone e questa storia è un esempio di come un essere umano che per lavoro da tutto se stesso per salvare le persone se non supportato adeguatamente può perdere la lucidità e commettere atti distruttori.


Anche il tema scienza/religione è stato trattato dall’autore in modo originale e interessante.

In un periodo difficile come quello che stiamo affrontando molti cercano il conforto in un Dio che li protegga e li salvi dal male lenendo la paura in maniera spirituale mentre molti altri, allontanandosi da un credo che non sentono sicuro, si affidano alle cure della medicina.


Un libro coinvolgente che fa entrare il lettore in empatia con la storia, mai banale e ben caratterizzata la narrazione scorre veloce facendo terminare la lettura in poche ore.

Un libro leggero ma al contempo che fa riflettere su molteplici argomenti attuali che fanno da contorno alla storia.


Ottimo libro per chi continua a lavorare tutt’oggi dietro la maschera ma anche per chi vuole immedesimarsi in uno di loro ed essere in prima linea per qualche ora.

Lo consiglio!



❓Vi incuriosisce questa lettura?

Leggereste un libro che parla del Covid-19 in questo periodo?

Come avete reagito alle prime notizie del Covid-19?

Vi sareste immaginati un’emergenza di tale portata mondiale?

Vi leggo volentieri nei commenti💕

Recensione "Il Conte di Montecristo" - Alexandre Dumas

 




Titolo: I Conte di Montecristo

Autore: Alexandre Dumas

Editore: Garzanti Editore

Genere: Classico









Ambientato nella Francia della Restaurazione e della monarchia di Luigi Filippo, Il conte di Montecristo è la storia di un'ingiustizia subita, riscattata da una vendetta portata alle sue estreme conseguenze. È anche una storia di onnipotenza: Edmond Dantès, vittima innocente dell'invidia dei suoi calunniatori, li distrugge sul loro stesso terreno, li annienta utilizzando gli stessi strumenti grazie ai quali sono diventati ricchi e potenti. Come un eroe senza tempo, riassume nella sua vendetta bene e male, si confronta con i limiti stessi della condizione umana, superandola: la vittoria è giusta ma amara, la vera liberazione è sempre oltre, altrove. Il Conte di Montecristo è il romanzo più completo di Dumas, una sorta di testo vivente in cui si intrecciano e coesistono il contesto storico, le vicende individuali, la realtà e l'immaginazione.

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Sono qui oggi a parlarvi di questo grandissimo capolavoro che non vuole nessuna presentazione e spero che con le mie poche parole vi possa, se non l’avete ancora fatto, spingere a leggerlo perchè credo sia un libro che vada letto una volta nella vita per la sua bellezza e completezza.

Per il viaggio stupendo che ci fa percorrere nelle sue mille e più pagine.

Lo ammetto, ho tardato a leggere questo romanzo spaventata dalla mole e intimorita dal fatto che fosse un'opera di questa portata, ma spinta dalla curiosità mi sono unita ad un gruppo di lettura (ringrazio tutti i partecipanti) con la quale ho intrapreso questo fantastico viaggio ed eccomi qui, innamorata di Dantes e della penna del suo ideatore!


La storia si dipana nella Francia e Italia del 1800 ripercorrendo, per un bel lasso di tempo,  la storia di Edmond Dantes e l’ingiustizia che gli è stata fatta da quelli che credeva amici che, per invidia e gelosia nei suoi confronti, lo hanno fatto incarcerare ingiustamente.


Edmond era solo un giovane marinaio, ufficiale della marina che alla vigilia del suo matrimonio viene arrestato e allontanato dai suoi più cari affetti, il padre e la fidanzata, e accusato ingiustamente di una cosa che non ha fatto. 

Rimarrà rinchiuso in prigione per oltre vent’anni quando il destino decide di dare una seconda possibilità a quel giovane, ormai adulto, permettendogli di rinascere.


Ed è così che Edmond Dantes muore per rinascere come il Conte di Montecristo e portare a termine la vendetta a lungo covata negli anni di reclusione ai danni di chi, al tempo, ha contribuito a rovinargli la vita.

Sarà una vendetta studiata nei minimi dettagli dove le possibili conseguenze negative non importano al Conte e ogni tassello viene studiato e collocato nel momento opportuno per creare distruzione e sofferenza a quelli che hanno fatto soffrire lui ingiustamente.


Leggere un libro di questa mole con più di mille pagine, può sembrare faticoso e stancante ma vi assicuro che la scrittura è scorrevolissima, le descrizioni sono accattivanti e tengono incollato il lettore alle pagine con le mille sfaccettature e risvolti della storia, tra colpi di scena e azione. Le descrizioni dei personaggi sono ben caratterizzate, sia fisicamente che caratterialmente. Ogni personaggio ha un suo vissuto e una sua evoluzione nel corso della storia non lasciando niente in sospeso. Tutti i personaggi di questo libro non sono immuni al peccato, anche lo stesso Dantes che credendosi la Mano di Dio si farà vendetta per le ingiustizie subite.


Ed è proprio su questo che il romanzo mi ha fatta riflettere, sul perdono.

Come Dantes, una volta terminato il suo grande piano di vendetta, cerca il perdono in quel Dio che ha impersonato recandosi in quella cella dove tutto è iniziato. 


Una storia che ti fa sprofondare negli abissi malvagi e oscuri dell’esistenza per poi risalire e vederne tutta la bellezza perché solo chi ha toccato il fondo può assaporare a pieno la vita.


L’autore, attraverso le numerose storie e trame intessute l’una all’altra ci fa provare tutti i tipi di sentimenti, gioia e dolore, amore e passione, amicizia e inimicizia, egoismo ma anche generosità, coraggio e viltà. 


L’alone di mistero che aleggia nella figura del Conte di Montecristo, in tutto quello che sembra sapere e può fare, nei suoi numerosi viaggi, conoscenze e amicizie, il suo patrimonio immenso e la caverna sull’isola di sua proprietà mi ha affascinata. 

L’autore ha saputo creare un personaggio completo dalle mille sfaccettature evidenziando un netto contrasto tra il giovane Edmond che complice la giovane età si è fatto immischiare in una situazione più grande di lui e il Conte.

Un personaggio del quale non ci si può non affezionare e prendere a cuore la sua causa di vendetta e che difficilmente dimenticherò.


Sempre parlando di netto contrasto, posso evidenziarne uno che ho riscontrato nel corso della narrazione.

Sto parlando della trasformazione di Edmond nel Conte di Montecristo.

Si possono notare infatti nel corso della lettura due parti distinte.

La prima parte, quella iniziale, dove ci viene presentata la storia, chi è Dantes, l’ingiustizia che subisce, la reclusione che deve sopportare, il suo incontro con l'abate Faria è la fuga per la rinascita.

La seconda parte, quella più consistente che racchiude all’incirca i tre quarti del romanzo, dove il Conte inizia il suo piano di vendetta e dove ci vengono presentati a uno a uno i responsabili della sua ingiustizia con la relativa vendetta di Edmond.


Devo essere sincera, una volta terminata la prima parte e entrata nella seconda ho avuto un momento di dubbio e spaesamento perché ho avuto la sensazione di leggere un romanzo differente senza legami con la parte precedente e, devo essere sincera, se fosse terminato lì, non mi sarebbe dispiaciuto.

Poi piano piano, entrando nel vivo della seconda parte e mettendo in ordine i piccoli tasselli che l’autore sapientemente ha fornito, mi sono appassionata alla storia e curiosa di scoprire il suo svolgimento mi è stato quasi impossibile non leggere voracemente il romanzo.


Se devo scegliere una parte che più mi è piaciuta di questo libro è senza dubbio la parte dove Edmond era rinchiuso nel castello d’If e ha incontrato per la prima volta l’abate Faria.

Da quell’incontro per Edmond, che si stava lasciando morire tra solitudine e tristezza, ci sarà una nuovo luce che lo terrà attivo e vivo, con l’obiettivo di evadere con l’amico appena incontrato ma soprattutto con la consapevolezza di non essere più da solo. 


Non solo un libro, ma una storia di vita, una storia, sì lunga, ma completa dove l’autore non lascia nulla al caso e dove il lettore si sente parte integrante della narrazione, complice del Conte e della sua vendetta, perchè a nessuno piace essere preso in giro e sbeffeggiato come è successo ad Edmond e sono sicura che anche tu, che stai leggendo questa recensione ora, e che non conosci la storia di Edmond, ti sta già un pò a cuore e spinto dalla curiosità lo leggerai!

E lo spero per te, perchè è una lettura imperdibile che un lettore nel corso della sua vita dovrebbe fare!

Assolutamente consigliato!


❓Avete letto questo libro? Vi incuriosisce?

Voi come vi comportate quando subite un torto da un amico?

Lo perdonate magari dopo un brutto litigio senza ulteriori ripercussioni sulla vostra amicizia o covate una vendetta per fargliela pagare?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


giovedì 17 giugno 2021

Recensione "Ragazzi selvaggi" - Luca Azzolini

 




Titolo: Ragazzi selvaggi

Autore: Luca Azzolini

Editore: De Agostini

Genere: Narrativa per ragazzi








Luca fa il conto alla rovescia: con la terza media si chiudono tre anni d’inferno. Non vede l’ora, ormai è questione di settimane. Anche Mattia fa il conto alla rovescia: aspetta il giorno in cui le sue stupide erre non suoneranno più così stupide e riuscirà a dichiararsi a Clara, l’attaccante più tosta della squadra di calcio. E poi ci sono Massimo, Lorenzo, Alberto. Loro sono quelli che camminano in gruppo e in gruppo trascinano i ragazzi grassi sotto le docce gelide. Anche loro però fanno il conto alla rovescia: contano i giorni che li separano dallo scherzo di fine anno, quell’evento che li farà passare alla storia e farà ricordare i loro nomi tra le mura della scuola media. E così, mentre Luca conta e sembra svanire, e Mattia conta e pare sbocciare, loro, i ragazzi, selvaggi, continuano a montare lo scherzo. Non sono mostri, non vogliono fare del male. Ma più il rischio è alto più l’adrenalina sale, e più sale più è facile sbagliare. E qualche volta, un singolo errore può trasformare lo scherzo in un gioco mortale.

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Nel piccolo paese di Borgoferraro, vicino a Mantova, dove tutti conoscono tutti e il Po scorre lento accompagnando l'arrivo dell'estate, ci viene narrata, attraverso tre punti di vista differenti, la fine dell’anno scolastico 1997.


Abbiamo la voce di Luca, alter-ego letterario dell’autore,  preda facile per i bulli della sua classe che si divertono a fare scherzi a tutti. Cerca di non farsi vedere, non attira l’attenzione su di sè diventando quasi invisibile così da terminare incolume l’ultimo anno delle medie. E’ amico di Marika, unica sua amica, con la quale è se stesso e si confida. Nasconde un segreto che custodisce nel fondo del cassetto della scrivania della sua stanza con il quale riesce a non sentirsi solo.


Abbiamo il punto di vista di Mattia, ragazzo di prima media che vuole solo terminare in pace l’anno scolastico. Come gli altri non vede l’ora che la scuola finisca, ma ha un motivo in più, l’anno prossimo sarà in seconda e quelli che lo prendono in giro non ci saranno più,  riuscendo così ad esprimere se stesso, dichiararsi a Clara, la sua migliore amica e non dar peso alle erre che gli si arrotolano tra la lingua mentre parla. Supportato dalla sorellina di nove anni nel suo grande sogno cerca di capire quale sarà la sua “vita da grande”. Se seguire i passi dei genitori o distaccarsi del tutto e intraprendere quell’arte in cui è tanto bravo.


Poi abbiamo il “Loro” punto di vista. Quello dei bulli. I ragazzi che seminano panico e terrore tra i più piccoli, i più deboli, quelli che non hanno un branco alle spalle, come loro. 

Massimo, il leader del gruppo, ha sempre qualche scherzo pronto da provare, Alberto, Lorenzo e Mirco lo seguono come cagnolini.

Anche loro non vedono l'ora che la scuola finisca ma hanno un obiettivo, quello di creare uno scherzo che rimanga nella storia, che venga ricordato da tutti anche quando loro non ci saranno piu. Preparare lo scherzo migliore di sempre ed entrare nella storia.


Ma si sà, quando uno scherza non si accorge subito se esagera, men che meno se si tratta di ragazzini. E quando le azioni sconsiderate si trasformano in scherzi fatti per ridere è un attimo che si trasformano in tragedie e così anche i bulli più forti della scuola tornano ad essere dei piccoli bambini indifesi. E piangono come le femminucce.


Una storia è vera, scritta dall’autore con parole semplici, pensata per entrare nei cuori degli adolescenti ed immedesimarsi così con i protagonisti della storia, ma non solo. Una storia anche per gli adulti che si possono immedesimare nel predatore o nella preda di questa narrazione rivivendo la propria adolescenza.


Ad esempio io mentre leggevo questo libro mi sono ritrovata a pensare i miei anni di scuola media e come il protagonista di questa storia, cercavo di essere invisibile agli occhi degli altri in modo da non venire presa di mira dai bulletti di turno, ma non sempre funzionava. 


L’autore è riuscito con questa storia a raccontare ai giovani, con parole semplici e tramite esperienze di vita comune, di un tema difficile come il bullismo, emozionando e mettendo in risalto la fragilità anche di chi si crede forte ma in realtà non lo è. 


Una storia che fa riflettere e insegna alle nuove generazioni, e non solo, l’importanza del rispetto, dell’amicizia e della lealtà.


Con Ragazzi selvaggi infatti vediamo come anche i bulli, che tutti credono forti e invincibili, hanno molte insicurezze e che per colmarle se la prendono con i più deboli. 

Ma se una persona debole crea un suo branco inizia ad essere temuto, spaventando il bullo di turno e non venendo più sopraffatto.


Ragazzi selvaggi è un romanzo adolescenziale che con le sue mille insicurezze, paure, speranze e gioie di quel periodo della vita che ognuno di noi ha vissuto - chi meglio e chi peggio - o che sta ancora vivendo, insegna e fa riflettere e quindi credo che debba essere letto da tutti, e consigliato anche nelle scuole, per prendere forza e spunto da esperienze di vita altrui e non sentirsi mai soli e inadeguati perché ognuno ha diritto di essere se stesso e non dovrebbe nascondersi per paura di una presa in giro.


Ringrazio la casa editrice per la copia del romanzo e l'autore.


❓Voi avete letto questo libro? In chi vi identificate, nel predatore o nella preda?

Vi piacciono i romanzi in cui si raccontano esperienze di vita vissuta dall'autore?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


"Il bosco silenzioso" - Wolfram Fleischhauer - Recensione lettura extra Giugno

 Hey Readers!!

Qui verrà recensita la lettura extra del mese di Maggio!







Titolo: Il bosco silenzioso 
Autore: Wolfram Fleischhauer 
Editore: Emos Libri 
Genere: Thriller, Giallo storico









Vi chiediamo di scrivere nel commento il nome che usate su facebook e la squadra di appartenenza per potervi assegnare il relativo bonus.


È con sentimenti contrastanti che Anja Grimm, studentessa di scienze forestali, torna per un tirocinio nella remota località della Baviera dove un tempo ha passato le vacanze estive con la famiglia. Nella particella di bosco che lei ora sta analizzando, è scomparso vent’anni prima suo padre, senza lasciare tracce. Non sono passati due giorni dall’inizio della sua ricerca, e in mezzo al bosco riconosce nell’uomo che le sta puntando un fucile contro, Xaver, il matto del villaggio. Poche ore dopo, lo ritrova impiccato a una postazione di caccia. Un suicidio che scuote la tranquilla cittadina e spinge Anja a indagare sulla morte del padre. Le sue insistenti domande incontrano l’aperta ostilità della gente del luogo, mentre la polizia sembra riluttante a riaprire il caso. Negli abitanti del paese si agitano cupi pensieri. Quando capiscono che lei sa leggere il bosco come nessun altro, dovranno prendere decisioni da cui non si torna indietro.



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Anja Grimm è una studentessa di scienze forestali che sta facendo un tirocinio nell'ufficio forestale di Waldmünchen dove deve effettuare delle rilevazioni geognostiche con misurazioni cartografiche e sondaggi del suolo nel bosco di Fraunried.


Questo bosco non le è sconosciuto ma da piccola ha passato due estati in vacanza con la famiglia. In questo bosco, esattamente venti anni prima, è scomparso il padre, un insegnante di biologia, senza lasciare traccia.


Vicino a questo bosco si trovano le rovine del campo di concentramento di Flossenburg, dove perdette la vita anche il fratello del presidente della Repubblica Italiano, Sandro Pertini, che proprio nell’anno in cui il padre di Anja scomparve venne nella regione per omaggiare la morte del fratello.


La presenza di Anja lì non è gradita e tra sussurri e sguardi mette in subbuglio tutta la cittadina, soprattutto Xavier, il matto del villaggio che andato nel bosco di proprietà della famiglia dove lei sta facendo queste rivelazioni la minaccia con un fucile alla testa. Inspiegabilmente parlandoci Anja si fa ascoltare e l’uomo se ne va venendo ritrovato ore dopo impiccato ad un albero dopo aver ucciso l'anziana madre.


Nelle sue rilevazioni Anja trova delle incongruenze nel terreno del bosco, proprio dove Xavier l’ha minacciata non volendo che scavasse. Proprio dove suo padre, vent’anni prima è stato visto per l’ultima volta. Al tempo le indagini della polizia non hanno ritrovato tracce del corpo dell’insegnante di biologia ma Anja sospetta di Xaver.


Dopo parecchia insistenza da parte di Anja le indagini della polizia vengono riaperte ma non tutti sono d’accordo su questa scelta. Nel bosco c’è un segreto celato ormai da anni che, se rivelato, potrebbe mettere in cattiva luce tutta la regione! 


Le persone coinvolte faranno di tutto per tenere sepolto il segreto per sempre, ma Anja sa leggere il bosco in una maniera unica e seguendo la scia, pezzo dopo pezzo comporrà un puzzle più grande di quanto si aspettasse.

Quando la verità fa più male di una menzogna, si è disposti a pagare per il suo prezzo?


Un thriller con dei risvolti gialli e noir che incantano il lettore tenendolo incollato alle pagine per scoprire cosa si cela sotto il terreno del bosco, qual è il segreto che non può venire alla luce e che una volta scoperto sconvolgerà il mondo.


Tra fiction e storia, realtà e finzione, passato e presente, l’autore gioca con un intreccio intricato dove l'ansia fa da padrona con un crescendo di curiosità. 


Inizialmente ho trovato la lettura lenta, dove tutto quello che accadeva era spiegato in maniera sintetica già nella trama quindi mi stavo demoralizzando, ma poi una volta superata la metà del libro, quando i pezzi del puzzle iniziano a incastrarsi l’uno all’altro e la trama viene a poco a poco svelata sono rimasta catturata dalla storia e ho terminato la lettura in un batter d’occhio!


Un libro da assaporare, leggero nonostante le tematiche trattate, dove l’autore tedesco racconta una delle parti più buie della storia del secolo.

Consiglio la sua lettura!


❓Voi lo avete letto? Conoscete altre opere dell'autore?

Pensate che una verità vada sempre ricercata o ci sono certe verità che è meglio tacere per il quieto vivere?


Vi leggo volentieri nei commenti💕

mercoledì 9 giugno 2021

Recensione "L'uomo a pedali" - Roberto Bonfanti

 





Titolo: L’uomo a pedali

Autore: Roberto Bonfantini

Editore: Edizioni del Faro

Genere: Narrativa contemporanea







"Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante": questa è la consapevolezza a cui Sergio sente di essere giunto alla soglia dei trent'anni, dopo aver passato l'adolescenza a inseguire un sogno a cavallo di una bicicletta e aver trascorso la seconda parte della sua vita a cercare di tenere a galla il suo animo inquieto sul filo di un'esistenza assolutamente ordinaria. A fare da spartiacque fra il prima e il dopo c'è stato un brutto incidente che ha mandato in frantumi il suo ginocchio sinistro insieme a ogni possibile illusione. Proprio in occasione del suo trentesimo compleanno, però, Sergio ha scelto di risalire in sella per riassaporare le sensazioni che lo avevano accompagnato da ragazzino e fare definitivamente pace con il proprio passato e il proprio presente. Così, nel corso di una lunga pedalata nel cuore della notte, i ricordi dell'intera sua vita gli scorrono nella mente come chilometri di una lunga corsa su quella bicicletta che ha tanto amato.


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Sergio alla vigilia dei suoi trent’anni si rimette in sella alla sua amata bicicletta e nel viaggio notturno che lo condurrà alla pace ci racconta la sua vita, il suo amore incondizionato per uno sport che ha dovuto abbandonare troppo presto e alle vicissitudini che l’hanno portato fino ad oggi.


L’amore per il ciclismo glielo trasmise il nonno fin da piccolo un pomeriggio di Pasqua quando vide la sua prima corsa di bicicletta alla tv.


“ <<Cos’è il Fiandre?>> s’intromise il piccolo Sergio con la curiosità tipica dei bambini.

<<E’ una corsa in bicicletta. La corsa più bella del mondo>> rispose uno zio …. Lui lo prese di parola passando l’ora successiva in una febbrile attesa, ascoltando gli uomini parlare di persone e luoghi intrisi del fascino gelido e misterioso del Nord Europa… Appena le telecamere della RAI si accesero su quei paesaggi ….Fu amore”


Da quel giorno per Sergio nulla fu più come prima. 

Ogni pensiero, ogni momento libero, ogni energia che possedeva la impiegò macinando chilometri sopra una bicicletta, spingendo sui pedali sopra una lingua di asfalto nera.


Il suo sogno era partecipare al Giro delle Fiandre e si impegnò tanto, partecipando a gare su gare, allenandosi ogni giorno e non avendo altre passioni all’infuori della bicicletta.

Purtroppo però ad una gara, Sergio si fa male. Il suo ginocchio andrà in frantumi a causa di un brutto incidente che lo costringerà a fermarsi per sempre e accantonare il suo sogno nonostante i suoi innumerevoli sforzi non potrà più gareggiare.


<<Bravo, sei riuscito anche a tornare in bicicletta. Ma accontentati di fare qualche pedalata ogni tanto: tornare in corsa sarebbe troppo per chiunque, lo sai bene anche tu. A un certo punto anche i più grandi hanno dovuto fermarsi.>>


Da questo momento in poi Sergio non sarà più lo stesso.

Cercherà di rimanere a galla in una vita ordinaria che però gli crea malessere nonostante non se ne renda conto consciamente. 


“Non stava per niente male, Sergio. Viveva. O meglio, sopravviveva, Come chiunque altro. Non era triste. Certo, forse non era nemmeno felice, ma in fondo chi può dire di esserlo?



Ha un lavoro, degli amici che gli vogliono bene, ma il suo essere introverso e taciturno lo porta a chiudersi a riccio con chiunque preferendo la solitudine alla compagnia e sprofondando sempre più nella depressione.


<<Sai qual è la cosa più sbagliata che puoi fare quando affronti una salita lunga e impegnativa? Chiederti se ce la farai ad arrivare in cima. Domandarselo non serve a niente. Nel momento stesso in cui ti lasci sfiorare dal dubbio le gambe cedono, la testa smette di controllarle e tu sei fottuto. Devi solo mettere un piede dietro l’altro e continuare a salire. Il resto non serve.>>


Anche nella vita sentimentale il malessere sfocia nella solitudine acutizzando la sua fragilità nel saper stare a contatto con le persone. 

La sua è una continua ricerca di pace che trovava solo a cavallo di una bicicletta che ormai prende polvere nel cortile.


Il finale mi ha sorpresa, non me lo aspettavo. Una storia intensa, scorrevole e ricca di spunti di riflessioni mi hanno fatto terminare questo libro in pochissimo tempo.


"Ora sente di non avere più obblighi verso niente e nessuno. Non ha più attese da deludere nè errori da rimpiangere. Nulla da vincere e da perdere. Ora tutto è perfetto."


Una lettura ricca di emozioni che vi consiglio di leggere e affrontare con Sergio, non soltanto per gli amanti del ciclismo ma chiunque ne abbia voglia!


Ringrazio infinitamente l'autore per questa collaborazione!



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