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martedì 22 giugno 2021

Recensione "Il Conte di Montecristo" - Alexandre Dumas

 




Titolo: I Conte di Montecristo

Autore: Alexandre Dumas

Editore: Garzanti Editore

Genere: Classico









Ambientato nella Francia della Restaurazione e della monarchia di Luigi Filippo, Il conte di Montecristo è la storia di un'ingiustizia subita, riscattata da una vendetta portata alle sue estreme conseguenze. È anche una storia di onnipotenza: Edmond Dantès, vittima innocente dell'invidia dei suoi calunniatori, li distrugge sul loro stesso terreno, li annienta utilizzando gli stessi strumenti grazie ai quali sono diventati ricchi e potenti. Come un eroe senza tempo, riassume nella sua vendetta bene e male, si confronta con i limiti stessi della condizione umana, superandola: la vittoria è giusta ma amara, la vera liberazione è sempre oltre, altrove. Il Conte di Montecristo è il romanzo più completo di Dumas, una sorta di testo vivente in cui si intrecciano e coesistono il contesto storico, le vicende individuali, la realtà e l'immaginazione.

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Sono qui oggi a parlarvi di questo grandissimo capolavoro che non vuole nessuna presentazione e spero che con le mie poche parole vi possa, se non l’avete ancora fatto, spingere a leggerlo perchè credo sia un libro che vada letto una volta nella vita per la sua bellezza e completezza.

Per il viaggio stupendo che ci fa percorrere nelle sue mille e più pagine.

Lo ammetto, ho tardato a leggere questo romanzo spaventata dalla mole e intimorita dal fatto che fosse un'opera di questa portata, ma spinta dalla curiosità mi sono unita ad un gruppo di lettura (ringrazio tutti i partecipanti) con la quale ho intrapreso questo fantastico viaggio ed eccomi qui, innamorata di Dantes e della penna del suo ideatore!


La storia si dipana nella Francia e Italia del 1800 ripercorrendo, per un bel lasso di tempo,  la storia di Edmond Dantes e l’ingiustizia che gli è stata fatta da quelli che credeva amici che, per invidia e gelosia nei suoi confronti, lo hanno fatto incarcerare ingiustamente.


Edmond era solo un giovane marinaio, ufficiale della marina che alla vigilia del suo matrimonio viene arrestato e allontanato dai suoi più cari affetti, il padre e la fidanzata, e accusato ingiustamente di una cosa che non ha fatto. 

Rimarrà rinchiuso in prigione per oltre vent’anni quando il destino decide di dare una seconda possibilità a quel giovane, ormai adulto, permettendogli di rinascere.


Ed è così che Edmond Dantes muore per rinascere come il Conte di Montecristo e portare a termine la vendetta a lungo covata negli anni di reclusione ai danni di chi, al tempo, ha contribuito a rovinargli la vita.

Sarà una vendetta studiata nei minimi dettagli dove le possibili conseguenze negative non importano al Conte e ogni tassello viene studiato e collocato nel momento opportuno per creare distruzione e sofferenza a quelli che hanno fatto soffrire lui ingiustamente.


Leggere un libro di questa mole con più di mille pagine, può sembrare faticoso e stancante ma vi assicuro che la scrittura è scorrevolissima, le descrizioni sono accattivanti e tengono incollato il lettore alle pagine con le mille sfaccettature e risvolti della storia, tra colpi di scena e azione. Le descrizioni dei personaggi sono ben caratterizzate, sia fisicamente che caratterialmente. Ogni personaggio ha un suo vissuto e una sua evoluzione nel corso della storia non lasciando niente in sospeso. Tutti i personaggi di questo libro non sono immuni al peccato, anche lo stesso Dantes che credendosi la Mano di Dio si farà vendetta per le ingiustizie subite.


Ed è proprio su questo che il romanzo mi ha fatta riflettere, sul perdono.

Come Dantes, una volta terminato il suo grande piano di vendetta, cerca il perdono in quel Dio che ha impersonato recandosi in quella cella dove tutto è iniziato. 


Una storia che ti fa sprofondare negli abissi malvagi e oscuri dell’esistenza per poi risalire e vederne tutta la bellezza perché solo chi ha toccato il fondo può assaporare a pieno la vita.


L’autore, attraverso le numerose storie e trame intessute l’una all’altra ci fa provare tutti i tipi di sentimenti, gioia e dolore, amore e passione, amicizia e inimicizia, egoismo ma anche generosità, coraggio e viltà. 


L’alone di mistero che aleggia nella figura del Conte di Montecristo, in tutto quello che sembra sapere e può fare, nei suoi numerosi viaggi, conoscenze e amicizie, il suo patrimonio immenso e la caverna sull’isola di sua proprietà mi ha affascinata. 

L’autore ha saputo creare un personaggio completo dalle mille sfaccettature evidenziando un netto contrasto tra il giovane Edmond che complice la giovane età si è fatto immischiare in una situazione più grande di lui e il Conte.

Un personaggio del quale non ci si può non affezionare e prendere a cuore la sua causa di vendetta e che difficilmente dimenticherò.


Sempre parlando di netto contrasto, posso evidenziarne uno che ho riscontrato nel corso della narrazione.

Sto parlando della trasformazione di Edmond nel Conte di Montecristo.

Si possono notare infatti nel corso della lettura due parti distinte.

La prima parte, quella iniziale, dove ci viene presentata la storia, chi è Dantes, l’ingiustizia che subisce, la reclusione che deve sopportare, il suo incontro con l'abate Faria è la fuga per la rinascita.

La seconda parte, quella più consistente che racchiude all’incirca i tre quarti del romanzo, dove il Conte inizia il suo piano di vendetta e dove ci vengono presentati a uno a uno i responsabili della sua ingiustizia con la relativa vendetta di Edmond.


Devo essere sincera, una volta terminata la prima parte e entrata nella seconda ho avuto un momento di dubbio e spaesamento perché ho avuto la sensazione di leggere un romanzo differente senza legami con la parte precedente e, devo essere sincera, se fosse terminato lì, non mi sarebbe dispiaciuto.

Poi piano piano, entrando nel vivo della seconda parte e mettendo in ordine i piccoli tasselli che l’autore sapientemente ha fornito, mi sono appassionata alla storia e curiosa di scoprire il suo svolgimento mi è stato quasi impossibile non leggere voracemente il romanzo.


Se devo scegliere una parte che più mi è piaciuta di questo libro è senza dubbio la parte dove Edmond era rinchiuso nel castello d’If e ha incontrato per la prima volta l’abate Faria.

Da quell’incontro per Edmond, che si stava lasciando morire tra solitudine e tristezza, ci sarà una nuovo luce che lo terrà attivo e vivo, con l’obiettivo di evadere con l’amico appena incontrato ma soprattutto con la consapevolezza di non essere più da solo. 


Non solo un libro, ma una storia di vita, una storia, sì lunga, ma completa dove l’autore non lascia nulla al caso e dove il lettore si sente parte integrante della narrazione, complice del Conte e della sua vendetta, perchè a nessuno piace essere preso in giro e sbeffeggiato come è successo ad Edmond e sono sicura che anche tu, che stai leggendo questa recensione ora, e che non conosci la storia di Edmond, ti sta già un pò a cuore e spinto dalla curiosità lo leggerai!

E lo spero per te, perchè è una lettura imperdibile che un lettore nel corso della sua vita dovrebbe fare!

Assolutamente consigliato!


❓Avete letto questo libro? Vi incuriosisce?

Voi come vi comportate quando subite un torto da un amico?

Lo perdonate magari dopo un brutto litigio senza ulteriori ripercussioni sulla vostra amicizia o covate una vendetta per fargliela pagare?

Vi leggo volentieri nei commenti💕


4 commenti:

  1. Non l'ho mai letto anche se ho visto il film. Di Dumas leggerò "Il tulipano nero". Comunque bella recensione.

    Erika_booklover

    RispondiElimina
  2. Non l'ho mai letto, ma sono sempre stata incuriosita dalla storia. A me è successo di litigare con una grande amica e un po' per carattere e un po' per la lontananza, ci abbiamo messo un po' di tempo per perdonarci. Dopo tante incomprensioni, siamo riuscite a sistemare le cose.

    RispondiElimina

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