Buongiorno lettori
E bentornati alla mia rubrica dedicata agli autori e ai loro libri i quali andiamo a conoscere meglio attraverso alcune domande da me poste.
Come l’altra rubrica, anche questa avrà una copia riportata sul mio profilo instagram che se vi fa piacere potete seguire qui.
Oltre alla breve intervista troverete la biografia degli autori e i link utili per trovarli sui social e acquistare i loro libri.
Iniziamo!
Oggi andiamo a conoscere il libro di Licia Allara “In nome del figlio” attraverso la mia intervista e un piccolo estratto che l’autrice ha scelto per voi.
Come nasce l’idea del tuo libro?
Circa vent’anni fa scrissi il mio primo romanzo, “Lettera alla sposa”, che rimase più di sedici anni nel proverbiale cassetto. Quando lo ritrovai in uno scatolone, insieme al manoscritto trovai vari appunti, case editrici a cui avevo inviato il romanzo e un prologo. L’ho ripreso, anche se non ricordavo dove volessi andare a parare, quando lo avevo scritto. Intorno a quel prologo, che a grandi linee è quello attuale, ho costruito la storia. D’altronde, le storie, nella mia piccola esperienza, in qualche modo di dipanano da sé, quasi avessero una vita propria, che noi andiamo a scoprire e portare alla luce.
Qual è il tema principale che affronta?
Il romanzo affronta diversi temi, è difficile per me estrarne uno sugli altri: i rapporti famigliari, i rapporti tra coniugi, l’amicizia femminile, il peso dei segreti, la difficoltà a dividere, in modo assoluto, il bene dal male. È anche un romanzo che punta l’attenzione sulla differenza tra apparenza e sostanza, dove il personaggio che appare più debole si rivela il motore di tutta la storia e della salvezza che si cela nel dramma. Insomma un romanzo che, al di là della trama che credo accattivante, lascia diversi spunti di riflessione e credo, alla fine, qualche dubbio.
Cosa ami maggiormente del tuo libro? Hai un personaggio preferito?
La cosa che amo di più è il modo in cui viene raccontata la storia: una storia introspettiva di rapporti familiari con un prologo, un colpo di scena e un passo da giallo o, forse meglio, da noir. I lettori me lo hanno confermato: un romanzo che non si riesce a mettere giù, che crea un’urgenza di sapere, di scoprire cosa succede… una struttura atipica per questo genere di trama.
La storia si sviluppa intorno a quattro personaggi: Orfeo, il padre; Maria, la madre; Leonardo, il figlio; Ida, la governante. La storia ripercorre, nello spazio temporale di una giornata, i quarant’anni di vita della famiglia Parodi. Il mio personaggio preferito è Maria che, al tempo della narrazione, è morta da sei anni ma accompagna per mano sia il lettore che gli altri personaggi lungo tutto il romanzo, come una presenza onirica e onnisciente.
Convinci brevemente il lettore a leggere proprio la tua storia.
Provo a riassumere il romanzo così:
Una storia lunga quarant'anni.
Un segreto inconfessabile.
Una promessa.
Sono questi i cardini su cui ruota la storia, in un viaggio fluido tra presente e passato, tra realtà e sogno, intorno a una verità che sembra avere molte facce. Un viaggio che ripercorre quarant’anni nello spazio di una giornata, un inno alla solidarietà femminile, che sa trasformare il dramma in salvezza.
Un prologo da giallo, anzi da noir, così come da noir è il passo della scrittura, il colpo di scena, l'urgenza di sapere; proprio come se si trattasse di un giallo. Ma non lo è.
E adesso, ditemi che non siete curiosi!
Breve estratto
Maria
Non ci sono più. Sono morta. Sono sei anni ormai. Il mio spirito aleggerà su questa storia.
Sono più presente ora, da morta, di quando ero viva. Di quando ero carne, e capelli castani, e occhi spenti.
Semplicemente, non ci sono mai stata, accanto a voi che avete accompagnato la mia storia. Ho attraversato decenni da moglie e madre, senza essere moglie, senza essere madre.
A te, Leonardo, non manco molto. Come può mancare qualcuno che non c’è mai stato? Hai mai avvertito la mia mano leggera sulla tua spalla mentre ti inoltravi nella vita? Non ti devi vergognare a rispondermi di no; non sei tu che non mi sentivi, è la mia mano che si è sempre tenuta a distanza, il mio spirito che si è accartocciato su sé stesso molto prima che tu potessi accorgertene. D’altronde, se qualcosa non torna nel rapporto con i figli, non è mai colpa
loro: siamo noi genitori che meniamo le danze, decidiamo la musica, e gli abiti, e il passo, e gli inciampi. I figli si adeguano, impigliati in un valzer che non possono condurre. Se non hai avuto un rapporto vero con tua madre, se non riesci a cambiare la fredda distanza che ti separa da tuo padre, non disperarti: non dipende da te. Non puoi farci niente.
Ti sembrerà strano, ma c’è qualcosa che unisce me e tuo padre: una menzogna, lunga quarant’anni.
Secondo estratto
“Vi aiuterò a suonare questa sinfonia, o forse solo questo quartetto d’archi, che diffonderà finalmente la musica della nostra storia, che era scritta da quarant’anni e nessuno aveva mai avuto il coraggio di suonare: ti darà una consapevolezza nuova, uno sguardo più limpido, puntato sul futuro perché sarà ancorato ad un passato finalmente definito, spiegato. Fermo.”
Biografia
Avete presente una persona che vorrebbe fare un milione di cose e non riesce mai a farle tutte? Ecco, sono io: collaboro per una piccola ONLUS italiana, vorrei scrivere (di più), vorrei imparare (meglio) il portoghese, vorrei godermi di più l’oceano di Cascais, vorrei avere più tempo per leggere, per dedicarmi alla famiglia, giocare di più a tennis, ricominciare a lavorare a maglia. Viaggiare di più. E questa è solo la top-ten, le altre mille tentazioni stanno lì, a solleticarmi a turno, il tempo di un desiderio.
Comunque, sono nata nel 1966 in Piemonte, mi sono laureata in Economia Politica, ho lavorato prima nelle ricerche di mercato e poi come consulente aziendale, prima di dedicarmi al non profit. Nel frattempo, mi sono sposata, ho avuto tre figli, svariati cani e gatti, e ho vissuto in diversi Paesi europei, atterrando in Portogallo (il mio preferito!).
Nel 2019, sono riuscita a pubblicare il mio romanzo di esordio, dopo essere rimasto in un cassetto per un’eternità. Dopo l’incoraggiamento ricevuto in seguito a “Lettera alla sposa”, mi sono decisa a riprendere in mano la penna. È nato così “In nome del figlio”.
Il terzo romanzo è in cantiere.
Link utili
https://www.instagram.com/liciaallara/
https://www.facebook.com/LiciaAllaraPage/
https://www.amazon.it/Libri-Licia-Allara/s?rh=n%3A411663031%2Cp_27%3ALicia+Allara
Scheda
Titolo: In nome del figlio
Autrice: Licia Allara
Editore: Europa Edizioni
Prezzo: cartaceo 12.25€ eBook 9.48€
Data di pubblicazione: 30 Luglio 2021
Trama
Erano mesi che mi preparavo a spiegarti questa nostra vita apparentemente così lineare e invece così maledettamente ingarbugliata. Tortuosa. Mi verrebbe da dire: inversa. Dove ogni cosa non è ciò che sembra, dove ogni personaggio mostra la maschera che ha scelto di portare. Ogni personaggio tranne te.
Una storia lunga quarant’anni.
Un segreto inconfessabile.
Una promessa.
L’ultimo compleanno.
La resa dei conti.
Maria.
Vi aiuterò a suonare questa sinfonia, o forse solo questo quartetto d’archi, che diffonderà finalmente la musica della nostra storia, che era scritta da quarant’anni e nessuno aveva mai avuto il coraggio di suonare: ti darà una consapevolezza nuova, uno sguardo più limpido, puntato sul futuro perché sarà ancorato ad un passato finalmente definito, spiegato. Fermo.
Spero che questo nostro appuntamento sia di vostro gradimento e che vi abbia fatto conoscere un nuovo libro da aggiungere in lista
A presto
Febe
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