Titolo: Le notti bianche: La cronaca di Pietroburgo
Autore: Fëdor Dostoevskij
Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa, classico
“Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse possono esistere solo quando si è giovani”
Un giovane sognatore, nella magia vagamente inquieta delle nordiche notti bianche, incontra una misteriosa fanciulla e vive la sua “educazione sentimentale”, segnata da un brusco risveglio con conseguente ritorno alla realtà. Un Dostoevskij lirico, ispirato, comincia a riflettere sulle disillusioni dell’esistenza e dell’amore nell’ultima opera pubblicata prima dell’arresto e della deportazione, esperienze che modificheranno in maniera radicale e definitiva la sua concezione dell’uomo e dell’arte. In questa edizione, al celebre racconto viene affiancata la visione “diurna” di Pietroburgo contenuta nei feuilletons che compongono la Cronaca di Pietroburgo, vero e proprio laboratorio per la scrittura dostoevskiana. Lo stretto legame tra pubblicistica e letteratura, che accompagnerà Dostoevskij negli anni della maturità, viene così a manifestarsi fin quasi dal suo esordio. Il racconto Le notti bianche ha ispirato il film omonimo di Luchino Visconti (1957), con Marcello Mastroianni e Maria Schell, e il film Quattro notti di un sognatore di Robert Bresson (1971).
Di questo autore ho letto Delitto e castigo e nonostante la notevole differenza di pagine tra i due la scrittura di Dostoevskij affascina sempre.
Certo, le numerose descrizioni, minuziose e all’apparenza prolisse possono far perdere la concentrazione di un lettore non abituato a cimentarsi in questo genere di letture ma l’autore sa come entrare nell’animo umano, sà come esprimere le emozioni e farci vivere le vicende narrate al fianco dei protagonisti
In questo particolare libro ci narra la vicenda in prima persona di un giovane uomo, un sognatore che tornando a casa dal lavoro si trova a seguire una ragazza che ha incontrato in lacrime per le strade di Pietroburgo, la sua città.
Questa ragazza spaventata essendosi accorta che la seguiva si incammina a passo svelto per le vie della città venendo aggredita da un uomo che viene prontamente scacciato dal nostro protagonista andato in soccorso della giovane in difficoltà.
C’è da specificare una cosa prima di proseguire.
Il ragazzo è un personaggio timido, non parla spesso con le donne e viene messo in soggezione da queste ultime ma, vista la situazione di pericolo, non ha esitato un istante quando ha visto la ragazza in strada in difficoltà.
Dopo le prime chiacchiere iniziali tra i due, di circostanza fatte per conoscersi, arrivano in una panchina e, non volendo subito rincasare i due iniziano a farsi delle confidenze raccontando l’uno la vita all’altro.
Queste confidenze saranno scandite nell’arco dei primi due giorni o meglio, notti, quando i due iniziano a conoscersi e a comprendersi confidando i loro sentimenti e i loro timori, il loro vissuto e la loro vita.
Qui veniamo a conoscenza della vita dell’uno e dell’altra.
Soprattutto la vita di quest’ultima inciderà con il proseguo del racconto e soprattutto con la fine, triste, del protagonista!
Che dire di questo breve racconto.. come si dice breve ma intenso.. ecco queste due parole racchiudono quello che mi ha fatto provare Dostoevskij con questa breve opera.
Se inizialmente ho faticato a stare dietro ai ragionamenti del protagonista alla fine non sono riuscita a staccarmi dalla sua lettura fino all’ultima pagina!!
Scorrevole ed emozionante questo è un libro che tutti che una volta nella vita dovrebbero leggere! Un racconto che tocca il cuore del lettore, super consigliato a chi non smette mai di sognare come il nostro povero protagonista!
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